La solidarietà non può andare in vacanza

Sentiamo spesso questa espressione: “Se nella vita non si serve a che serve la vita?”. Secondo noi si sottolinea la necessità del servizio, dell’aiuto fraterno e solidale profuso a beneficio dei poveri e dei disabili. A proposito è da segnalare la bella iniziativa assunta dal comune di Nova Siri: Una spiaggia per tutti (specialmente per i diversamente abili).
Voglio una vita spericolata…esagerata” ha recitato ancora una volta l’altra sera nel
mega-concerto Vasco Rossi dinnanzi a ben 230mila partecipanti. Noi diciamo: occorre una vita impegnata, proiettata costantemente in un generoso servizio.
In una società che si sta autodistruggendo, la “cultura degli scarti” è purtroppo cultura di sistema, di soluzioni economico-politiche non al servizio dell’uomo. Il grido degli ultimi e dei piccoli è istanza di dignità della persona umana, di diritti umani negati, di giustizia, di solidarietà. Ma anche di fraternità, e di abbracci, di esami di coscienza che permettano cammini di incontro, di dialogo, di riconciliazione, di restituzione, di umanità. Tra persone e tra gruppi, comunità, popoli. “La convivenza tra ricchezza e povertà è uno scandalo in tutto il mondo”. Sono parole di Papa Francesco. Oggi la disuguaglianza economica è infatti sempre più estrema. Nel mondo 8 persone detengono la stessa ricchezza di 3,6 miliardi di persone. E’ il patrimonio accumulato dall’1% dei più ricchi al mondo ha superato quello del restante 99% degli abitanti della Terra. Quindi chi non è produttivo è messo da parte secondo un’inumana logica del profitto. Al contrario, una cultura del dialogo, della solidarietà, valorizza questo scambio, dando valore alla vita e alla dignità della persona.

don Camillo Perrone

Lo scandalo della povertà è ancora più grave, vedendo le potenzialità di benessere che il progresso tecnico e medico-scientifico mette a disposizione di tutta l’umanità. Invece, a causa delle politiche economiche di chi domina il nostro pianeta, le diseguaglianze sociali nel mondo sono sempre più drammatiche. Ma lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali della Terra, l’inquinamento, le guerre, le sperequazioni, che sostengono questo sistema, non lasciano prevedere nulla di buono per il futuro dell’uomo. “Non possiamo più aspettare a risolvere le cause strutturali della povertà, per guarire le nostre società da una malattia che può solo portare verso nuove crisi. I mercati e la speculazione finanziaria non possono godere di un’autonomia assoluta. Senza una soluzione ai problemi dei poveri non risolveremo i problemi del mondo. Servono programmi, meccanismi e processi orientati a una migliore distribuzione delle risorse, alla creazione di lavoro, alla promozione integrale di chi è escluso” ha detto ancora Papa Francesco. E’ un monito a cambiare, prima che sia troppo tardi!
Nel Bel Paese l’1% più ricco possiede 415 volte la ricchezza del 20% più povero. La diseguaglianza tra i redditi dei ricchi e dei poveri in Italia è oggi tra le maggiori in Europa. Tra i poveri non ci sono più solo i disoccupati, anziani o famiglie numerose: oggi vivono al di sotto della soglia di povertà anche i lavoratori, le famiglie non necessariamente numerose, i giovani.

Vito De Filippo

In Basilicata la povertà aumenta e va inquadrata nel contesto di una regione in cui è ormai assurta a livelli epidermici. E’ divenuto un caso lucano e prende corpo in un Paese, l’Italia, dove le risorse destinate al contrasto delle condizioni di povertà e di esclusione sociale sono di gran lunga inferiori alla media UE.
Pertanto l’attuale momento storico, segnato da eventi di particolare rilevanza sociale, costituisce per tutti gli italiani (specialmente credenti) un forte richiamo alla decisione e all’impegno. Consapevoli delle formidabili sfide che emergono, vogliamo educarci all’esercizio del discernimento per leggere i segni di questo tempo della nostra storia regionale, interpretandone ricchezza e povertà.
E proprio in casa lucana, cioè a Matera, per una settimana intera è stata tenuta recentemente la “Festa dell’Avvenire”. Chiesa, famiglia, giovani e lavoro sono stati i grandi temi discussi. Fede e cultura, cristologia e cosmologia.
C’è una prima sfida, sottolineata dal Cardinale Bassetti, che riguarda le giovani generazioni, sfida esistenziale. Una seconda sfida verte su i ritmi ossessivi lavorativi che creano nevrosi sociale e tolgono tempo alla famiglia. Una terza sfida quella antropologica, culturale e spirituale di grandissima portata che si deve basare sulla valorizzazione della dignità della persona umana; la costituzione in ognuna delle nostre parrocchie della caritas parrocchiale quale organismo e strumento pastorale di concreta attenzione ed educazione alla carità, a forte valenza educativa e non esclusivamente agenzie di assistenza.
Da sottolineare lo stimolo del sottosegretario all’istruzione De Filippo: i nostri figli guardino con attenzione a turismo, cultura e agricoltura. Tutto ruota e si concentra in una parola: la solidarietà che non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. Al contrario, è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti.

Il Papa a Lampedusa

La Chiesa si rende quindi protagonista, madre e maestra circa le tematiche e problematiche emerse per un risultato positivo che sfocia nella concretezza.
Essa non è una struttura avulsa dal contesto umano e sociale, ma diviene momento e punto d’incontro dei figli di Dio, degli uomini con il Padre. Proprio per questa sua dimensione essa si preoccupa delle condizioni umane, fisiche e sociali di tutti gli uomini, perché sono tutti figli di Dio e perciò fratelli e stimola il credente a collocarsi al servizio dell’altro, chiunque egli sia.

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