Anna Giammetta
Li chiama “frammenti”, le sue poesie, Domenico Dinuzzi trasmettendo con immediatezza, al lettore, il suo approccio semplice e genuino verso la prosa.
“La mia vita- La campagna, la poesia” (edito da Il Mio Libro, Euro 12,00) è una raccolta di poesie pubblicata quasi per caso.
I suoi frammenti, infatti, Domenico, li scrisse con l’intento che diventassero testi di canzoni e che dunque, un giorno, avrebbero trovato la giusta musica, magari quella del maestro e pianista Carlo Masutti, suo maestro di canto. Un sogno rimasto in un cassetto per molti anni fino a quando un giovane amico, Luca Privinzano, lo ha convinto che quelle parole fosse giusto appartenessero al mondo.
Domenico Dinuzzi nasce nel 1945 a San Mauro Forte, Matera. Con gli altri fratelli Alessandro e Rocco, la famiglia di umili contadini dovette subito fronteggiare la miseria ereditata dalla Guerra. Per questo Domenico e Alessandro non ebbero la possibilità di studiare, iniziando subito a lavorare nella fattoria dei genitori. Nel mentre fin da giovane inizia a coltivare la passione per la musica e la poesia. Dopo la chiamata alle armi, Domenico decise di cambiare vita, riprendendo a studiare e, al suo congedo emigrando dalla Basilicata.
Si trasferì ad Alba in provincia di Cuneo dove lavorò come operaio in diversi settori.
Durante gli anni piemontesi, Domenico ebbe la possibilità di continuare ad inseguire la sua passione coltivata fin da piccolo, la musica e la poesia. Insieme al maestro e pianista Carlo Masutti studiò canto fino a partecipare alle selezioni per il Festival di Castrocaro.
Successivamente con il desiderio di scrivere degli inediti, compose delle poesie che nei suoi intenti sarebbero dovute diventare canzoni. Nonostante il maestro Masutti promise di musicarle l’attesa non fu mai ricambiata. Le poesie rimasero senza il promesso accompagnamento e Domenico, sentendosi tradito, abbandono la sua vita ad Alba per tornare al paese natio e riprendere la vita da agricoltore e allevatore.
Tornato a San Mauro Forte si sposò con Giuseppina, con cui ha avuto due figli Antonio e Margherita. Dopo anni di intenso lavoro dei campi e dopo aver accantonato per anni la sua passione artistica, riprende in mano le vecchie poesie iniziando a scriverne di nuove, in particolare per l’occasione della commemorazione della morte del sacerdote missionario padre Flavio, Domenico scrisse una poesia che fu presentata durante la cerimonia pubblica.
Ora e nonno di quattro splendidi nipotini.
Una storia lucana in cui la passione per la poesia va oltre la miseria del dopoguerra, la fatica e l’umiltà della vita da contadino.
Forse
Un giorno il sole tornerà
Ad illuminare i turbolenti pensieri
Sommersi dalla fitta nebbia.
Forse non ci sarà ieri e domani,
ma solo dei ricordi lontani.
La poesia di Domenico è una poesia delicata ma con un intrinseco magnetismo dal profumo di immaginazioni, di un tempo, di persone, di luoghi, da lui tanto amati.
La vita
Aumentano gli anni
Diminuiscono gli anni.
L’uomo maturo va,
verso l’eterno futuro.
Rime che spiegano, che sopravvivono nel tempo come rimembranze di indefinita bellezza. Inaspettate dediche come quella alla mamma.
Mamma
Tu sei il sole che spunta al mattino
Sei tu, la luna
Che di notte illumina il mio cammino.
Sei la buonanotte per ogni bambino.
Tu! Vegli sempre su ogni cuore.
Mamma,
tu sei il vero e grande amore.