Pane perso

Pane perso”: si traduce così (ma il suono è identico anche nel dialetto) per indicare quel personaggio che spreca il proprio tempo credendo di utilizzarlo nella giusta maniera. C’è poi il “pan-pers” che, strumentalmente, impiega quel tempo nel più spicciolo guadagno, e che ad una valutazione più attenta, risulta davvero inutile.

Armando Lostaglio

Sono molti gli interpreti di tale sortilegio collettivo, che si ammantano della presunzione del sapere, di essere degli esperti, per poi propinarci le proprie scontate e quindi inutili peripezie linguistiche, di saperi decrepiti, insulsi e prossimi alla banalità.

Il bestiario è variopinto e numeroso, la Tv generalista (di Stato e non) ne offre a iosa specie nel pomeriggio fino a sera, su canali incontrollati che nessun antitrust riuscirà ad alienare. Sgarbi, per esempio, se utilizzasse il suo estro solo da critico d’arte (nel quale eccelle), non avrebbe gli ascolti (e i proventi) di quando interpreta invece il ruolo di nevrotico provocatore, di maleducato avvezzo alle parolacce. Ed inoltre l’ostentazione della “diversità” sessuale, esibita come una tendenza modaiola più che come dignitosa identità.

Ha scritto una economista indiana, Vandana Shiva, che “conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione”. Spocchie ed urlatori di mestiere, il nulla pagato a caro prezzo da una civiltà che sprofonda nel turpiloquio. Una campagna elettorale che va avanti da mesi e che si intensifica di giorno in giorno, con le aperture dei Tg.

Vittorio Sgarbi

Ammonisce il filosofo Franco Bolelli che, se moltiplicassimo le ore al giorno per il numero di persone, avremmo una strage di potenziali risorse umane, assurdamente consumate in tempo ed energie, a parlare di dossier ed intercettazioni, di escort e barzellette, parolacce urlate e festini; conduttori tv e celebrità costruite a tavolino, baruffe da cortile e poi tutto il volgare campionario della polemica politica.

Ecco, se tutte queste cose decidessimo finalmente di ignorarle, e se questo tempo e queste energie li dedicassimo piuttosto a progettare, inventare, innovare, elaborare strategie economiche, sarebbe tutto davvero meno perso. Guadagnato alla civiltà.

 

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