Sabato Santo a San Demetrio Corona (E Shtuna e Madhe Shën Mitër)

E SHTUNA E MADHE SHËN MITËR (GRANDE E SANTO SABATO A SAN DEMETRIO CORONE)
Stasera il rito del “rubare l’acqua” o “prendere l’acqua” alla fontana dei monaci in Sant’Adriano.
Foto di Italo Elmo
Il Sabato Santo tra riti religiosi e riti propiziatori di purificazione.
E’ consuetudine la notte di Sabato della Settimana Santa, giornata di festa per l’annunciata Resurrezione, recarsi alla fontana dei monaci presso il Collegio di Sant’Adriano, per perpetuare il rito del “rubare l’acqua” o “prendere l’acqua“, che simboleggia la catarsi liberatrice e di purificazione.
Alla fontana fuori dal paese, ci si reca a gruppi che si formano nelle varie “gjitonie” in tutto silenzio, secondo una regola cui non si deve trasgredire. Lungo il tragitto i giovani cercano di importunare i vari gruppi, e tentando di farli parlare, ma non ci riescono.
E proprio in difesa di questa regola le più anziane del gruppo sono munite di “dokaniqie“, lunghi bastoni con l’estremità biforcuta, con l’intento di scoraggiare i tentatori.
Foto di Italo Elmo
Dopo aver “rubato l’acqua”, si rompe il silenzio, scambiandosi gli auguri e tra canti e danze si raggiunge il sagrato della Chiesa Madre dove comincia ad ardere un grande falò “Qeradonulla” e si inneggia il canto greco “Kristos Anesti” (Cristo è risorto).
Acqua e fuoco, simboli di purificazione, caratterizzano questi antichi riti che, tra sacro e profano, evidenziano l’identità arbëreshe.

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