Enza Berardone
A Pier Paolo Pasolini
Il tuo folle e confortante disordine
non fa sconti neppure al cielo,
ridà luce e dignità
alla frastornata eternità,
zoppa, orfana della tua
scomoda purezza.
Siamo sospesi tra
ostinate verità e
palpitanti rifiuti.
Nulla è più doloroso
della tua assenza,
del tuo rumoroso silenzio.
Precipitiamo nel tempo
senza lasciare traccia,
senza esistenza,
poveri di parole e futuro.
Ma io voglio custodire ancora
lo scintillìo, la sconcertante
solennità dei tuoi preziosi tormenti,
abitare i tuoi abissi,
attraversare la tua pena,
i tuoi affollati deserti.
Eppure ci sarà un luogo
dove la morte cederà il passo
agli occhi esperti dell’ amore,
al selvaggio coraggio delle fragilità,
al tuo profetico sguardo
che diradava ombre e
sazie mediocrità,
alla tua disperata ,
interminabile
voglia di verità.

