Enza Berardone
Bambino mio, è tempo che ritorni,
i giorni senza nome muoiono
in un perimetro spinato sempre
più grande, vuoti di umanità.
Nessun vento annuncia la
buona novella, nella tua casa
si consumano crimini e atrocità,
in nome di un Vangelo che non
costruisce ponti, che non accoglie
e conforta, brandito come spada
dai tuoi tanti sacerdoti indegni,
per ferire, discriminare, ingannare,
uccidere speranze, illusioni, innocenza.
Aiutaci a colmare il vuoto che divora
i cuori, a ritrovare lo gioioso stupore
di chi percepisce e sente ancora la
sacralità della vita e del mistero,
che tutto avvolge, a coltivare
l’inquietudine che ci spinge a cercare,
ad interrogarci sul vero senso delle
nostre azioni, ma soprattutto a fuggire
da tutto ciò che non fa parte di noi.

Bambino mio, fa che la vita non rechi
in se soltanto rinuncia, sconfitta,
il freddo legno delle tante, troppe croci,
ma la luce delle altre vite.
Liberaci dai cinici, dagli arroganti,
dai poveri di spirito, dagli anaffettivi,
dai violenti, dai mercenari dei sentimenti,
dalla paura di osare, di cercare ciò che
desideriamo in strade non tracciate,
di cedere alle illusioni, di ascoltare
la nostra voce.
Insegnaci ad essere
aperti all’amore, alla compassione,
alla speranza. Regalaci ancora bellezza
e verità, la gioia delle piccole cose.
Siamo terra e seme, radici e vento,
promesse infinite e vita che finisce,
tenebre e luce che salva, un pezzo
irregolare di universo, una manovra
azzardata della creazione, un groviglio
di parole prive di significato,
inaffidabili umani, fragili e crudeli,
anime randagie in attesa del tuo
durevole, immenso e salvifico perdono.


