Vincenzo De Paola

Da qualche anno, ogni volta che torno a Francavilla, mi capita di ascoltare la frase: il numero di malati di tumore nella nostra regione sta assumendo dimensioni preoccupanti, stiamo diventando l’area a più alto rischio.
Qualche settimana fa mi facevano notare che, secondo l’opinione prevalente, i casi di tumore in Basilicata sono in aumento, quasi da record.
Io ricordavo la frase pronunciata da Veronesi non più di un mese fa: oggi una persona su tre si ammala di tumore e in futuro si arriverà a una su due; pertanto, aggiungevo, a fronte di questi dati bisogna essere cauti prima di affermare che c’è un problema Basilicata.
Inoltre, anche se la nostra regione è piccola e poco considerata, non avevo mai letto nulla in merito sulla stampa nazionale.
Così ho iniziato a fare qualche ricerca e mi sono imbattuto in un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno di qualche anno fa.
Titolo: In Basilicata è record per malattie tumorali.
L’articolo dipinge un quadro drammatico che provo a sintetizzare (http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_traduci_notizia.php?IDNotizia=223850&IDCategotia=1).
Il trend di nuovi casi è in calo in tutta Italia, tranne che in Basilicata !!??
Perplesso, ho continuato la mia ricerca e ho trovato un dato Istat del 2009.
Si specifica che al Nord il numero di nuovi casi è nettamente sopra la media; il Sud rimane sotto la media nazionale, anche se il trend è di allineamento.
Le ragioni, dicono gli esperti, sono tante e per lo più riconducibili ad uno stile di vita sempre più omogeneo (alimentazione, fumo, vita sedentaria, inquinamento).
Continuo la mia ricerca e vado a leggermi il documento “I numeri del cancro in Italia 2013” redatto da AIOM e AIRTUM (http://www.registri-tumori.it/cms/it/node/2888).
Conferma per filo e per segno quanto indicato dall’Istat.
Non c’è alcun caso Basilicata, ci si ammala di più al Nord (molto di più), le regioni del Sud (tutte le regioni) stanno registrando un aumento che le avvicina alla media nazionale.
Da qui a parlare di record c’è una bella differenza.
Completo la mia ricerca consultando il registro dei tumori della Basilicata, redatto nel 2012 (http://www.crob.it/crob-cma/files/docs/10/56/90/DOCUMENT_FILE_105690.pdf).
In sintesi: tra gli uomini abbiamo 408 casi ogni 100.000 abitanti; la media del Sud è411, quella italiana 498.
Tra le donne abbiamo 275 casi ogni 100.000; la media del Sud è301, quella italiana 350.
Pertanto la domanda è: perché scatenare il panico?
A chi si intende dare la responsabilità di questo (inesistente) record?
Negli allarmi io scorgo puzza di bruciato, un messaggio obliquo: adesso, intendono dire, lo stato e la politica ci fanno anche ammalare di tumore.
Il petrolio e il sito dell’Enea vengono additati come i possibili responsabili.
Poi leggi i dati e scopri che nell’area della Val d’Agri il numero di nuovi casi è inferiore alla media regionale.
Le aree con valori sopra la media regionale sono Potenza, Matera e il Vulture Alto Bradano.

Mi preme sottolineare, pur non essendo medico, che la quasi totalità degli studi scientifici individuano nel fumo, nell’alimentazione e nell’obesità la causa di oltre i due terzi dei tumori.
La quota attribuita all’inquinamento varia tra il 5 e l’ 8%.
E poi dobbiamo considerare la durata media della vita.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità negli ultimi 20 anni gli uomini hanno guadagnato 5,4 anni, le donne 3,9, anche in Basilicata.
L’aumento della vita media comporta inevitabilmente una maggiore probabilità di contrarre un tumore.
Recita, infatti, la relazione “I numeri del cancro in Italia”: In virtù di un costante invecchiamento della popolazione italiana, anche se l’incidenza si mantenesse costante, il numero di diagnosi tumorali è inevitabilmente destinato ad aumentare nel corso del tempo solo per motivi demografici.
Viviamo di più e abbiamo più probabilità di ammalarci.
Mentre è sensato informare sui rischi che si corrono adottando uno stile di vita scorretto, è insensato gridare “al lupo” o “piove, governo ladro”, quando il lupo non c’è o quando piove per colpa delle nuvole e non del governo.