Sita nella contrada Santa Elania ,in località ora detta Vigna della chiesa , c’era la foresteria della Certosa.
La leggenda vuole che, dopo l’abbandono da parte dei Certosini, fosse abitata da u monachìĉĉhjë, identificato anche con l’eco.
La leggenda è nata dal fatto che, essendo la zona aperta campagna, ‘atùrrë rifletteva la voce dando luogo ad un ben distinto eco.
‘A vijanόva vèĉĉhjë
La vecchia strada rotabile
E’ l’attuale via Certosa.
E’ stata la prima strada rotabile di accesso al paese, che attraversava il corso e giungeva alla Piazza e si chiamava ‘avijanóva.
Dopo il completamento della strada rotabile per San Severino L., è stata realizzata ‘a varjàndë , la quale ha baipassato il centro del paese.
Da allora ‘avijanóva è stata ribattezzata ‘avijanóva vèĉĉhjë.
‘A żëłànghë
E’ l’ accorciamento della coda del gatto o del cane.
E’ una crudeltà commessa per l’errata convinzione di farli crescere meglio.
[ dal greco τίλλω (tìllo) = spelo, strappo ]
Ĉĉhjù nnàndë
Accosta muro
È un gioco consistente nel lanciare dei bottoni o delle monetine verso un muro.
Vince il concorrente che riesce a lanciare la moneta o il bottone più vicino al muro.
Crìchëłë
Ricorrenza che va dall’inizio della settimana in cui cade il 20 gennaio, fino alla Quaresima.
In questi giorni non si uccide il maiale perché si crede che, in caso di inosservanza del divieto, i salumi vadano a male.
Frùsscë e prëmèrë
Fruscio e primiera
foto realizzata dal dr. Vincenzo Buccino
U frùsscë è la combinazione di quattro carte dello stesso segno.
In mancanza di frùsscë conta ‘a prëmèrë , che è la combinazione di quattro carte di segno diverso.
Per entrambe le combinazioni si sommano i punti .
In mancanza di dette combinazioni di quattro carte , si sommano i punti.
Gàgljë e guógljë
Aglio e olio
Aglio soffritto nell’olio .È un modo sbrigativo e gustoso di condire la pasta .
( Vedi anche żìffëtë )
Gùnë , së mòndë
Uno , si monta
È una variante del gioco della cavallina. Un ragazzo, dopo sorteggio, si china a cavallina in modo che gli altri possano saltarlo dieci volte pronuciando in serie le seguenti frasi :
Gùnë , së mòndë
dùjë , u vójë
tre o sèjë
quàttë , càvëcë mbàcchë
cìngë , i grumèllë
sèjë , t’a ngròĉĉhjë
sèttë , t’a scròĉĉhjë
gòttë , cocołèttë
nóvë , t’a mìcchë
djècë , t’a càccë
I primi tre salti sono normali.
Al quarto salto bisogna colpire con l’interno del piede destro il sedere della cavallina.
Al quinto salto bisogna abbrancare il dorso della cavallina.
Al sesto salto bisogna cadere con le gambe incrociate.
Al settimo salto bisogna cadere con le gambe incrociate nel senso opposto.
All’ottavo salto bisogna colpire le spalle della cavallina con le nocche a pugno chiuso.
Al nono salto bisogna mettere sulla cavallina la cinghia o il fazzoletto.
Al decimo salto bisogna riprendere ciò che si è messo .
Chi, al decimo salto, fa cadere uno degli oggetti posti sulla cavallina prende il posto di questa ed il gioco riprende dall’inizio.
I cannëłjérë
I ghiaccioli
Si formano , quando la temperatura scede sotto lo zero , negli stillicidi delle grondaie,delle fontane ecc.
I cìrjë (o scìgljë )
I covoni votivi
(Dal lat. “ceres” = messi, grano)
Sono composizioni di spighe di grano, di forma piramidale, che i devoti portano sulla testa durante le processioni.
Anche questo é un rito di origine pagana, derivato da quelli diringraziamento o di propiziazione che a Roma si celebravano in onore di Cerere (Ceres), dea della coltura del frumento.
I łǽtrë
Guardia e ladri
E’ un gioco fra ragazzi in cui uno, che dopo sorteggio fa la guardia, cerca di prendere gli altri che sono fuggiti e si sono sparpagliati nei vicoli o nella campagna circostante.
I łavurjéllë
Le piantine di grano
Sono piantine tenere di grano, di colore giallo tenue perchèfatte crescere al buio, che vengono offerte alla Madonna.
I stàccë
Le pietre piatte
È un gioco simile a quello delle bocce, fatto con delle pietre piatte.
Màżżë e pìżżëchë
Mazza e lippo
foto realizzata dal Dr. Vincenzo Buccino
Mazza e lippo (piolo appuntato ai due estremi capi) servono per il gioco della lippa.
Al gioco partecipano due persone. Per tre volte di seguito ciascuno dei giocatori fa saltare in aria il piolo o lippo, battendo con la mazza su una delle due punte, e poi, quando ancora è in aria, con la stessa mazza lo colpisce affinché vada il più lontano possibile.
Vince la partita chi, dopo i tre lanci, manda il lippo più lontano ed ha diritto alla cudjǽtë .
‘Acudjǽtë si svolge così :
Il vincitore si mette nel punto dove ha mandato il lippo e corre all’indietro mentre il perditore si mette al punto da cui il gioco è partito e lo insegue fino a raggiungerlo.
Una volta raggiunto,deve riportarlo sulle spalle fino al punto da cui il gioco è partito.
(Tratto dal Cap. IX del libro “DIZIONARIO DIALETTALE DI FRANCAVILLA SUL SINNI” di Luigi VICECONTE )
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