C’era una volta a Francavilla — alla riscoperta delle cose perdute: Curiosità, Giochi, Leggende ecc. (3^ Puntata).

46773_1382486639057_1138690564_30898234_3806490_nNdìngë e màngë

Intingi e mangi

E’ il gioco che si fa con i bottoni o con le monete metalliche.

I partecipanti si bagnano il polpastrello del pollice con la saliva, premono con esso il bottone o la monetina e cercano di sollevarli e di girarli dall’altro verso.

Chi vi riesce prende per sé il bottone o la monetina.

Përtusavùttë

Buca botte

L’8 dicembre,giorno della festa dell’Immacolata Concezione ,si spillano per la prima volta le botti del vino novello ( pertùsënë i vùttë ).

Per l’occasione, in ogni cantina si riuniscono allegre comitive , si banchetta lautamente e si fanno copiose libagioni.

Si perpetua , anche se in modo più sobrio e confacente , la tradizione dei baccanali dell’antica Roma.

Pjétrë Bajałàrdë

Pietro Bailardo

Mànghë Pjétrë Bajałàrdë! = Neppure Pietro Bailardo! Si dice di chi abbia fatto numerose e gravi malefatte o di chi abbia dimostrato di avere una forza fuori dall’ordinario.

Pietro Bailardo era un astrologo salernitano, vissuto nel secolo XII, che fu condannato al rogo per magia nel 1149.

Sand’Elanjë

Sant’Elania

È il nome di una località rurale, che conserva quello del feudo donato nel 1395 da Venceslao Sanseverino, conte di Chiaromonte, all’ordine dei Certosini per la costruzione della Certosa.

Il nome non corrisponde a quello di una Santa; per la storia e le caratteristiche del luogo, è da ritenere, invece, che derivi dal greco, precisamente dalla frase : “σύνθεσις ελαιών” (sýnthesis elaiòn) = deposito di olive ).

La frase naturalmente è stata corrotta nel tempo , anche per metatesi della ν inελαιών, in σύνθε(σις) ελάνιω (sýnthe(sis) elànio).

Una zona della contrada, precisamente quella ove è situata l’antica cappella, ancora oggi è detta u łuvìtë = l’uliveto.

L’etimo greco è collegabile storicamente al fatto che il feudo era stato in godimento del monastero basiliano, di S. Angelo al Raparo.

 

Scàrëca varrìłë

Scarica barili

E’un gioco nel quale due ragazzi, appoggiandosi dorso a dorso e tenendo le braccia incrociate, cercano di alzarsi alternativamente da terra.

 

Scàrëchë

Scarico

E’ un gioco a cui partecipano due squadre di ragazzi , ciascuna formata da almeno due persone.

A seguito di sorteggio, i componenti di una squadra si mettono sotto uno dietro l’altro e con la schiena piegata .

I componenti dell’altra squadra devono saltare sul loro dorso e devono restare per un certo tempo senza reggersi con le mani.

Se qualcuno cade, la posizione delle squadre si inverte.

Si procede così fino a quando la due squadre non decidono di smettere.

 

Sèttë canzìppë

La cavallina

E’ un gioco fra ragazzi i quali uno dopo l’altro si chinano a cavallina, in modo che gli altri possano saltarli.

Ad ogni salto ripetono : sèttë canzìppë pùjënë e żìppë.

 

Sètt’ e mjénzë

Sette e mezzo

E’ un gioco di carte , in cui con una o più carte si cerca di raggiungere sette punti e mezzo .

 

Tëłìsscë

Ordine di arresto

E’ un gioco fra ragazzi in cui almeno due, che dopo sorteggio fanno i gendarmi,cercano di scoprire e colpire per finta,pronunciando la parola tëłìsscë, gli altri che sono fuggiti e si sono sparpagliati e nascosti nella zona.

[ Dal greco τέλος (tèlos) = squadra, squadrone; oppure dal greco τήλε ( tèle ) = lontano + σκοπέω (skopèo) = ho in mira, cerco di raggiungere ]

 

Trùżżë

Batti bottone

E’un gioco consistente nel battere i bottoni o le monetine contro una porta o contro un muro.

Vince il concorrente che riesce a toccare entrambe le monete o i bottoni con le punte d’u pàrmë o d’u carànghë.

Leggi la poesia ” Le monete rosse ” di Leonardo Sinisgalli.

 

U capëtjéllë

Lospago del calzolaio

Veniva preparato dal calzolaio ( scarpǽrë ) , il quale intrecciava lo spago bene impeciato e vi attaccava alle estremità una setola per infilarlo nei forifatti con la lesina ( ssùgljë ), Quando si ammazzava il maiale ( puórchë ) era scontata la presenza del calzolaio del rione, che si accaparrava le setole

( żétëłë ) più dure situate sul filo della schiena del maiale.

 

U cavëdarǽrë

Il calderaio o stagnino

Era il riparatore di caldaie ,che per mestiere , ormai scomparso , periodicamente girava per i paesi per ripare o rivestire di stagno le caldaie ed altri recipienti di rame.

 

U cìrĉhjë

Il cerchio

Era un giocattolo consistente in un cerchio di metallo ( il più apprezzato era il cerchio di ferro dell’orlo delle caldaie ) o di legno che i ragazzi facevano correre guidandolo con una bacchetta con la punta piegata a gancio.

 

U cupëcùpë

È uno strumento musicale rudimentale, usato per accompagnare i canti carnascialeschi.

È fatto con un barattolo di dimensioni variabili, semipieno di acqua, coperto con la vescica del maiale con al centro legata una cannuccia, la quale, sfregata con la mano inumidita con l’acqua contenuta nel barattolo, e spesso con lo sputo, produce il suono caratteristico da cui prende il nome.

 

U curàllë

Il corallo

È la porzione della corazza del “cerambice eroe” ( ” u mułënǽrë ” ), sulla quale sono attaccate le due zampe anteriori.

Si porta appeso al collo come amuleto. [dal greco κέρας ( kèras ) = corno ]

[i]

U fëšchèttë ‘i cànnë

È uno zufolo di canna.

 

U fëšchèttë ‘i sałacónë

Il flauto o zufolo di salicone

Era un flauto o uno zufolo dal suono dolcissimo che i pastorelli ed i bambini

in genere facevano con la corteccia abilmente sfilata da un ramo novello di salicastro.

 

47777_1382486519054_1138690564_30898233_4376695_nU Fungałónë

Fungalone

È ilnome di un rione. Si ritiene che il termine derivi da “gonfalone”, ipotizzando acriticamente che in quel sito ci sia stata la prima sede dell’Università e l’esposizione del gonfalone.

È più razionale, invece, ritenere che il toponimo preesistesse all’insediamento dell’Università e derivasse dal greco φύγη (phýghe) = fuga, rifugio + κολωνός (kolonòs) = colle, altura, oppure da φόνος (phònos) = strage, eccidio + κολωνός (kolonòs) = colle, altura.

Svetonio, infatti ci dice, che nel 73 a. C., durante la guerra servile, questa zona fu teatro di sanguinosi scontri tra l’esercito di Spartaco e le legioni di Roma, comandate da M. L. Crasso.

Spartaco si aggirò a lungo su queste alture nel tentativo di fiaccare le legioni romane con continue azioni di attacco e rapidi mutamenti di fronte, del tipo

(Tratto dal Cap. IX del libro “DIZIONARIO DIALETTALE DI FRANCAVILLA SUL SINNI” di Luigi VICECONTE )

 

 

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