Vincenzo De Paola
La segheria palombaro a Francavilla in Sinni di Giovanni Fortunato, i
Racconti di Filippo Di Giacomo, il Dizionario dialettale di Luigino Viceconte, Il paese natio: un ritorno al passato di Ernesto Calluori, Per non dimenticare di Antonio Fortunato, La partenza di Giacinto Grimaldi, Sono sole (poesia di Gino Costanza pubblicata da Giovanni Fortunato) e altri che per brevità non cito, ci riportano al XX sec., all’epoca del fascismo, all’infanzia e alla giovinezza dei nostri genitori.
Quanti racconti ho ascoltato sul quel periodo, mitizzati e resi divertenti dall’abilita dei narratori (penso a Vincenzo Costanza, Antonio Donato, Vincenzo Ciminelli, che a sua volta riportava racconti del padre, ai miei zii Felice Perrone e Peppino Calluori, allo stesso Luigino).
I nostri autori hanno arricchito questo sito cimentandosi nell’arte di mettere per iscritto frammenti della nostra storia dispersi qua e la.
La storia è sempre Storia con la maiuscola, anche quando riguarda una piccola comunità o poche persone (e l’opera magistrale di Luigi Viceconte ne è la prova).
Ecco perché mi rivolgo a loro, pregandoli di continuare questo lavoro di memoria; a loro, che sono tra gli ultimi testimoni del passaggio verso il mondo moderno, chiedo di continuare a regalarci attimi di allegria, di immaginazione e anche di nostalgia sulla Francavilla che non c’è più.