Renato Iannibelli
Nelle Comunità di rito Greco-Bizantino, come quella di San Costantino Albanese, particolarmente suggestiva è la celebrazione del matrimonio. Il sacerdote accoglie sulla porta della chiesa i futuri sposi e si accerta della loro libera volontà di unirsi in matrimonio; questo breve colloquio riassume l’antico rito del fidanzamento che un tempo precedeva il giorno delle nozze. Dopo la Divina Liturgia ha inizio la celebrazione degli sponsali. Ai fidanzati, che in questo momento si promettono in matrimonio, il sacerdote mette all’anulare gli anelli, simbolo dell’azione di Dio che li unisce. I testimoni scambiano per tre volte gli anelli che rappresentano il pegno di fedeltà, cioè la promessa vicendevole del reciproco dono di vita. Segue il momento dell’incoronazione: le corone, poste sul capo degli sposi, stanno ad indicare che ognuno riceve l’altro come corona e cioè come splendido ornamento e proprio perfezionamento. Le corone vengono poste sul capo degli sposi dal sacerdote e vengono scambiate a turno dai testimoni.
Per brindare alla nuova unione il sacerdote offre agli sposi un bicchiere di vino in memoria della benedizione di Gesù alle Nozze di Cana; dopo che gli sposi hanno bevuto, il sacerdote si allontana e getta in terra il bicchiere infrangendolo: ciò è il simbolo della indissolubilità del matrimonio. Il bicchiere è servito solo per quelle nozze e gli sposi non si sposeranno più.
In ultimo gli sposi compiono tre giri intorno al tavolo della celebrazione, ciascuno con una candela in mano con avanti il sacerdote e seguiti dai testimoni, metafora della vita coniugale che dovranno percorrere insieme, rischiarati dalla luce della fede.
In occasione della celebrazione del rito di nozze vengono preparate e portate in Chiesa due ciambelle salate (Kulaçi) preparate con farina impastata con uova e latte, unte con uovo crudo e cotte al forno. Una di esse è riccamente lavorata e decorata e piena di simboli. Riporta due uccelli che rappresentano gli sposi, un nido con le uova, simbolo della nuova casa e della famiglia e due serpenti, che rappresentano le insidie della vita.
Un pezzetto di una ciambella viene intinto nel vino e offerto ai due sposi durante la cerimonia nuziale. Le ciambelle, nella tradizione, venivano poi donate al parroco e costituivano il pagamento per la celebrazione del rito di nozze.
Il matrimonio assume anche un momento di gioia da condividere con tutto il paese. Oltre al buffet offerto dopo le nozze e prima del pranzo nuziale, la sera precedente si organizza la serenata alla sposa. E’ una festa nella festa. Lo sposo, con in mano un mazzo di fiori ed accompagnato dai musicisti, dai testimoni e da una moltitudine di amici (quasi tutto il paese), alle ventitré e trenta circa si reca a casa della sposa e tutti intonano i tradizionali canti della serenata. Al terzo canto la sposa si affaccia accolta da un grosso applauso. Invita il fidanzato a raggiungerla e ricevuti i fiori si baciano, dando inizio alla festa. Vino, biscotti (tarali), prosciutto, e tantissime altre bontà dolci e salate sono la giusta ricompensa per cantanti, musicisti e amici. Si continua quasi fino all’alba a volte anche senza gli sposi, che si meritano il giusto riposo prima delle nozze.
E questa ceremonia símile in altre paese vicini? como Cersosimo, noepoli? Grazie