Armando Lostaglio
Dalle narici del naso devono salire sempre gli stessi profumi: il mandarino e l’arancio; il fumo della legna che scoppietta nel camino; le luminarie che hanno già visto la luce prima d’ora. La carta strappata dei regali, il presepe più nostro nell’angolo meno remoto della stanza.
A Natale tutto resta invariato anche se questa Festa va oltre, oltre il senso comune ed assuefatto, oltre il freddo di quando si va in Chiesa nella Notte Santa, quella del 24. Le candele e il Jingle Bells, le campane della Natività ed il Bianco Natale, fiocchi di neve e tepore inseguito: neve che “turbina densa in fiocchi di bambagia” scrive Gozzano. E i reiterati scambi di auguri, con l’odore addosso di olio fritto delle pettole e i mostacciouli meridionali ancora nell’alito. E “Il canto di Natale” di Dickens che resterà sempre da monito per le generazioni.
E intanto la voce di John Lennon augura al mondo la rinascita. Così augurava il Buon Natale:
“E così questo è Natale / Per i deboli e i forti / Per i ricchi e i poveri / La strada è lunga / E così buon Natale / Per i neri e per i bianchi / Per i gialli e per i rossi / Speriamo che finisca la guerra / Un buon e sereno Natale / E un felice anno nuovo / Speriamo che sia buono / Senza paure”.
Dalla voce di Lennon, mai scomparsa per quanti lo hanno amato, il fonema delle speranze non cessa mai di perdurare, anche se talvolta sono fragili illusioni, pressanti specie in questi tempi. Ma il rito si aggrappa ai gesti ed alle sequenze consuete, che in questi giorni si riappropriano di noi come per incanto. Sarà la Festa della Natività a scatenare in noi ogni ardore? A ridare brividi e coscienza nuova? E ci sarà sempre chi si abbandonerà allo stordimento etilico e di cibo, fra odori e parenti. Il pensiero va a chi è solo, o si sente solo, comunque. La Festa sia anche loro.

Mi circonda una strana / consueta / malinconia che, pur vitale, / odora di festa e poi di luci spente…/
Auguri reiterati si fanno eco e poi / passano / secondo l’oblio comune /
Ma i pomi illuminati sugli alberi / mi fanno soggiacere all’unità della Festa … è quella / che in fondo cerco / che cerchiamo, per capire, / oppure non capire … /
A noi tutti, ugualmente