Mario Di Nubila - già Senatore della Repubblica -
“Amicus Plato, sed magis amica veritas” !
Ringrazio l’amico Antonio Fortunato per le sue osservazioni, che meritano, però, qualche ulteriore precisazione per dare forma e contenuto corretti al “dialogo”.
La possibilità offerta dal blog “Francavilla informa” di confrontare opinioni ed idee, di evocare fatti delle nostre microstorie paesane, e non solo, merita, certamente, apprezzamento per chi lo gestisce ed è ovvietà sostenere che “dobbiamo avere rispetto per tutti”, ed affermare questo, credo sia tautologia. Non c’è malcelato gusto, o compiacimento malizioso, per “toni polemici”, ma solo l’intento di “raccontare fatti”. L’obiettivo della valorizzazione (non appropriazione) della Certosa non era, certo,
quello di danneggiare qualcuno, ma al contrario, realizzando quel “recupero storico”, il “qualcuno” ne avrebbe potuto trarre vantaggio in funzione dell’idea di investire in una struttura turistica in area contigua, perché il “Monumento storico” avrebbe costituito, certamente, un richiamo, attrattivo, a vantaggio anche di una iniziativa di valore economico. Tale valutazione fu da me espressa ad interessati interlocutori. Il riferimento all’atto deliberativo del 29-6-1990 del Consiglio Comunale di Francavilla, che approvò con 16 voti a favore ed 1 contrario (prof.Antonio Fortunato) non fu prepotenza di potere, “che si gestiva in maniera non democratica”. Con 16 voti a favore ed 1 contrario si esprime, certamente, democrazia! L’intento, anche di quella delibera, era di perseguire e cercare di conseguire l’obiettivo: Valorizzare la Certosa!!! Rispondo, altresì, ad una specifica domanda dell’amico Antonio Fortunato: la “lettera” dell’avv.Cataldo, che ho qualificato tale solo per dare “levità” alle mie argomentazioni, in effetti era un atto extragiudiziale, a cui seguirono altre diffide extragiudiziali, su iniziativa, evidente, dello stesso “attore”, dal rilievo, quindi, giuridico, che fecero non fermare l’Amministrazione Comunale nell’impegno verso la proiezione dell’obiettivo, ma fecero consumare inutilmente tempi utili per la fruizione delle risorse disponibili.