Franca Coppola
Ci sono storie di donne straordinarie in questa nostra terra di Basilicata. Una di queste è la storia di Olimpia Fuina Orioli, la madre del ventunenne Luca Orioli ucciso, in circostanze mai chiarite, a Policoro nella notte del 23 marzo 1988 insieme ad una sua amica.
Quell’assassinio ha rappresentato certamente un evento tragico e drammaticamente doloroso per i familiari, gli amici e l’intera comunità locale ma, nel corso di questi lunghissimi decenni, è diventato l’emblema di una giustizia incapace, sorda ed asservita agli interessi dei potenti e, soprattutto, si è trasformato in un enorme buco nero nella coscienza civile di questa regione. Da circa trent’anni infatti questa madre lotta strenuamente per cercare la verità, individuare i colpevoli e dare finalmente giustizia a suo figlio in una totale solitudine e in una altrettanto inquietante totale assenza di risposte.
Olimpia non ha scelto di diventare la protagonista di questa storia ma non ha potuto sottrarsi a questa lotta impari. Troppo grande il dolore per la perdita del figlio, troppo grande lo sconcerto per uno stato nel quale lei aveva riposto fiducia e che invece si è rivelato assente, troppo insopportabile la solitudine ed il vuoto creatosi intorno alla sua persona. Come donna, come madre, come cittadina di un paese sempre pronto ai proclami e molto meno ad azioni e fatti concreti capaci di affermare verità, giustizia e dignità per le vittime, ha deciso di non arrendersi, di non tacere, di non fermarsi, convinta che la sua unica forza è nella possibilità di tenere sempre viva la memoria attraverso la testimonianza e, soprattutto, è stata capace di andare oltre il suo dolore personale e trasformare una battaglia giudiziaria in un impegno educativo per spronare i giovani alla legalità ed all’impegno attivo nella società.
E’ una donna ormai anziana, piccola ma estremamente forte ed energica, coraggiosa e determinata, un piglio deciso ed uno sguardo dolce e triste che si illumina quando incontra i giovani, tenera e spigolosa al tempo stesso, ha una grande dignità che incute immediato rispetto, non alza mai la voce, non rimprovera e non accusa, racconta i fatti con grande pacatezza, ringrazia tutti e tutti abbraccia ed incoraggia, parla di Dio che ha imparato ad amare nella sofferenza e di Luca che continua a vivere in lei. Non si smetterebbe mai di ascoltarla! Incontrarla è un privilegio.
Nel corso di questi lunghissimi anni, sempre più persone, semplici cittadini, artisti, giornalisti, scrittori, studenti, donne, giovani, associazioni… hanno deciso di affiancarla nella sua giusta lotta e numerosi sono i riconoscimenti che ha avuto in Italia ed in Europa per questo suo impegno. Tra questi vale la pena ricordare il Premio internazionale “I migliori dell’anno” conseguito a Praga , il Premio da parte dell’Associazione potentina Nicola Logallo, il Premio Internazionale conseguito a Varsavia dai Dipartimento di Diritto Penale dell’Università di Varsavia, il Premio internazionale “ R. Livatino – A. Saetta – G. Costa e Premio Speciale N.D. (Catania), la Cittadinanza onoraria conferita dal Comune di Alpignano (TO) per l’impegno profuso, sia a livello nazionale che internazionale, nelle iniziative sociali e sulla legalità e per la lotta per far emergere la verità e la giustizia…
Ultimo in ordine di tempo è la cittadinanza onoraria conferitale il 28 ottobre 2017 dal comune piemontese di Casalette (TO) per l’ impegno profuso, a livello nazionale ed internazionale, nelle iniziative sociali e sulla legalità attraverso incontri, dibattiti, seminari, workshop, incontri formativi con le scuole e gli insegnanti.
Di fronte ai molteplici riconoscimenti nazionali ed internazionali conferiti a questa piccola grande donna che parla di amore e giustizia invece di urlare odio e disperazione, appare sconcertante il fatto che, d’altra parte, dalla sua terra, dalle città che hanno fatto da sfondo al suo dramma, al suo strazio e alla sua lotta, dalle istituzioni locali di questa nostra regione, nonostante le richieste avanzate anche ufficialmente da cittadini ed associazioni, continui un inquietante, imbarazzante, oscuro ed assordante silenzio.
C’è da chiedersi come mai infatti non sia stata per ben due volte presa in considerazione la candidatura al Premio Ester Scardaccione presentata anche nel corrente anno dalle associazioni potentine Insieme onlus e Le Ali di Frida o perché perduri un ostinato silenzio, nonostante il parere positivo del Sindaco, rispetto alla proposta di conferimento della cittadinanza onoraria presentata congiuntamente da Libera Basilicata e Le Ali di Frida in data 15/01/2017 al Comune di Potenza con tale motivazione: Olimpia ha dedicato tutta se stessa alla ricerca della verità. Ha continuato a lottare, sfidando ostacoli di ogni genere. Ha elaborato il proprio dolore trasformandolo in forza positiva, per far capire che le ingiustizie vanno combattute, che qualsiasi dolore e sofferenza, e la stessa morte di un figlio, non devono comportare chiusura in se stessi e isolamento, al contrario, devono tradursi in motivazione che contamina gli altri, per attivare tutti nella costruzione di una società più giusta, in cui certe cose non accadano più. Olimpia ha scelto di moltiplicare l’amore per il figlio, donandolo alle tantissime persone che continua ad incontrare in innumerevoli luoghi sparsi per l’Italia, trasmettendo, con un’empatia che in pochi riescono a creare, emozioni e desiderio di legalità, giustizia, partecipazione, che sono la base per la difesa dei diritti e per il consolidamento della democrazia e della cittadinanza consapevole e responsabile.
Non appare del resto convincente ed esaustiva la risposta data in data 9 giugno 2017 alle associazioni proponenti in seguito ad una richiesta di chiarimenti avanzata delle stesse in data 04/06/2017 al Presidente del Consiglio Comunale sull’esito dell’istruttoria. Infatti tale risposta, a firma dello stesso Presidente del consiglio Comunale, in virtù del perdurante silenzio in merito a distanza di mesi, appare piuttosto tendente ad imbrigliare la proposta di cittadinanza onoraria ad Olimpia Orioli nella fatalità dei farraginosi meccanismi burocratici dietro i quali nascondere il proprio imbarazzo di fronte ad una richiesta “scomoda” : “In riscontro alla mail del 4 giugno scorso, con la quale le SS.LL. mi chiedono di conoscere l’esito dell’istruttoria avviata sulla segnalazione in oggetto, mi pregio comunicare che- in conformità al vigente regolamento per l’attribuzione della cittadinanza onoraria – la predetta segnalazione, fatta propria dal Sindaco e trasfusa in una sua formale proposta, sentita la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi Consiliari, è passata, per il prescritto parere, alla Prima Commissione Consiliare Permanente e sarà oggetto di esame e valutazione, unitamente ad altra precedente analoga proposta, nelle prossime sedute della stessa Commissione. Solo dopo l’emissione del predetto parere, la proposta sarà inserita nell’Ordine del giorno del Consiglio Comunale che potrà deliberare il conferimento con la maggioranza di almeno i due terzi dei suoi componenti.”
A chi fa paura questa donna mite e gentile?
Trenta anni di silenzio omertoso, di imbarazzanti errori giudiziari, di inquietanti depistaggi, di dolorose mancate risposte esigono se non l’accertamento doveroso della verità almeno il riconoscimento formale del coraggio e della forza morale di questa madre.
E’ ora che i rappresentanti istituzionali della nostra comunità, così come tanti altri rappresentanti delle istituzioni di altre realtà regionali, manifestino con gesti fortemente simbolici di voler essere al fianco di questa donna e di sostenerla in quella che oramai è una lotta di civiltà, riconoscendo nella sua vita un modello esemplare da encomiare.
Noi non ci stancheremo mai di sostenere Olimpia e di affiancarla nella sua giusta lotta.
Il deserto in cui è stata costretta a vivere per tanti e troppi anni è rappresentato dal nostro silenzio, dalla nostra cecità, dalla nostra sordità, dalla nostra indifferenza e disattenzione.
Proprio per questo però il deserto può essere sconfitto perché le persone possono decidere di parlare, vedere, ascoltare, avere cura, sostenere se solamente decidessero di volerlo fare.
Nel frattempo che questo avvenga, come ci auguriamo, di fronte allo sconforto di chi ha tentato, evidentemente senza successo fino ad oggi, di rompere l’isolamento di questa donna forzando le istituzioni territoriali a prendere posizione, Olimpia dà a tutti noi un’ulteriore conferma della sua grande sensibilità, limpidezza e coerenza attraverso una lettera scritta sui social e rivolta alle promotrici della richiesta di conferimento della cittadinanza onoraria per sostenerle nello sconforto subentrato all’assenza di risposte in merito. Questa lettera rappresenta un’ulteriore grande lezione di umanità e dignità di questa donna. Condividerla con tutti voi appare estremante importante.
“Carissima Franca, sento nelle tue parole un’indignata amarezza per l’assordante silenzio del nostro territorio alla richiesta, per me, di Cittadinanza onoraria, avanzata dall’Associazione “Le ali di Frida” che nobilmente presiedi e dalla Responsabile Referente Regionale di Libera Basilicata. La discrezione con cui entrambe vi siete mosse mi ha confermato quanto la nostra terra brilli per il coraggio e la profonda sensibilità per i temi sociali più scottanti di cui vi fate carico responsabilmente collaborando e compartecipando attivamente all’affermazione dei Valori e coinvolgendo intorno a voi punti di riferimento valoriale perché la nostra terra viva in un clima di giustizia e pace. Dinanzi alla vostra disinteressata, appassionata attività informativa, formativa altamente educante, io, che ho conosciuto tanti lati oscuri, mi inchino e vi ringrazio per la Speranza che riuscite a seminare intorno a voi. Vi ringrazia tutto il territorio sicuramente, giacché il nostro è un popolo attento a tutte le tematiche socio-ambientali, come leggiamo dai giornali ogni giorno. In particolar modo vi ringrazio io per avermi saputo ridare fiducia nella vita e negli uomini e che, appoggiandomi, siete riuscite a farmi portare il peso della mia vita, tanto contrastata, con meno fatica. Sono profondamente amareggiata per la sofferenza che leggo nelle tue parole, cara Franca; posso dirti invece che la notizia di tanto ostinato silenzio intorno alla mia storia, non mi spaventa affatto. Ci sono abituata. Ho imparato nel tempo a non avere aspettative. Ciò mi aiuta a non avere delusioni. Stranamente, per questa mia conquista. devo dire grazie ai duri muri oscuri ben serrati intorno a me che mi hanno permesso di allungare le mie radici nella profondità del mio piccolo lembo di terra. Lì ho trovato e trovo la consolazione più grande di una linfa non comune che alimenta la mia vita e la speranza che il Bene trionfa sempre, nonostante l’apparente provvisorio successo prevalente del male. La pienezza interiore è libertà; è l’ala prodigiosa che mi tiene a sé avvinta quando il vento incalza ed io non ho paura di andare e di sostare, di credere e lottare per la difesa di un diritto giusto. So di portare, con Luca, il Cielo dentro e sono felice d’essere accanto a chi soffre e a chi gioisce con lo stesso Amore che porto in me, per Luca. Insieme vigileremo perché prima o poi il Bene si incarni in chi finora non ha avuto la fortuna di incontrarlo e di apprezzarne gli effetti benefici sulla propria vita. Grazie infinite.”
La forza delle sue parole, la loro straordinaria capacità di celebrare la verità, di liberarla dalla morsa tirannica delle tenebre, di renderla comprensibile a tutti e di farla emergere per donarcela non può restare inascoltata o non far arrossire quanti hanno responsabilità o colpe.
La profanazione del diritto e della giustizia ha sempre fatto sentire forte la voce e lo sdegno dei profeti e forse servirebbero le parole infuocate di nuovi profeti per ridare speranza alle vittime innocenti come i protagonisti di questa storia.
Grazie a te Olimpia! Perdonaci per non saper essere terreno fertile per le tue parole.
Nel frattempo continueremo a sostenere con forza la richiesta di attribuzione della cittadinanza onoraria ad Olimpia Orioli certi dell’appoggio di moltissimi cittadini e dell’appoggio di gran parte del mondo associativo sollecitando le coscienze dei singoli componenti del Consiglio Comunale di Potenza a prendere posizione a fianco di questa mamma coraggio.
A te Luca va il nostro pensiero costante, resterai sempre nei nostri cuori e il nostro amore per te sarà più forte e tenace del silenzio omertoso che continua a farti morire.
Franca Coppola
Presidente Associazione Le Ali di Frida