Elena Lo Fiego
Il sogno di quasi ogni bambina è fare la ballerina, lo era decenni fa, lo è ancor oggi. Il tutù bianco e le scarpette rosa sono nell’immaginario di ogni bambina, il simbolo di un’arte, la fotografia di scene che ognuna vorrebbe vivere anche solo per un attimo. Studiare, esercitarsi, allenarsi, soffrire, sentire quel dolore ai piedi e vedere qualche goccia di sangue quasi come fosse qualcosa che cercavi e che volevi era ed è la premessa per salire sul palco, fosse anche solo per il saggio di fine anno, e per sentirsi protagonista per una sera, agli occhi di familiari ed amici.
Su quel palco si balla a suon di piano o di orchestra, che a quell’età solo chi frequenta scuole di danza o musica, può ascoltare. Sentirsi bene con il proprio corpo, in qualsiasi forma esso sia, prendersi cura di sé, coccolarsi ed amarsi sono i primi benefici che quest’arte rilascia nei suoi giovani coltivatori. La disciplina, l’impostazione fisica, la grazia, lo spirito di sacrificio, il duro lavoro per raggiungere gli obiettivi e vedere i risultati, è l’insegnamento che la danza lascia anche se farà parte solo del percorso di crescita e non diventerà mai una professione. I segni dell’arte coreutica sono così distintivi che si vedranno comunque nei futuri adulti.
L’avvicinamento alla disciplina, il coltivare questo sogno, è possibile solo se le famiglie assecondano il desiderio delle bimbe e dei bimbi e se si impegnano in un percorso che non sarà fine a se stesso, ma che lascerà loro insegnamenti per tutta la vita.
Ad aver compreso ciò è stato anche il mondo delle istituzioni, in particolare il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca che con la riforma degli ordinamenti del 2010 e la nascita di nuovi indirizzi della scuola secondaria di II grado, ha proposto una novità assoluta nel panorama dei licei, istituendo i licei con sezione musicale e coreutica. Questo significò coniugare gli aspetti formali e disciplinari dei licei con le dimensioni laboratoriali dell’apprendimenti tecnico – pratico della musica e della danza.
I nostri ragazzi che già avevano approcciato alla danza, hanno così potuto iniziare a conciliare la loro passione con la “scuola” intesa come percorso curriculare.
Inevitabile in tale percorso è stato il raccordo e l’integrazione della proposta formativa con l’unica istituzione attiva a livello nazionale, l’Accademia Nazionale di Danza. L’educazione coreutica è così inserita in un ampio panorama laddove diverse specificità di insegnamento si integrano ed intersecano nella formazione delle ragazze e dei ragazzi.
Importante resta l’insegnamento delle scuole private, sono loro infatti a far compiere i primi passi ed a dare le basi tecniche; segue poi il liceo coreutico che si integra con lo studio del sistema liceale e lo studio coreutico, ed infine l’ampia offerta formativa dell’Accademia Nazionale di Danza (AND) , da sempre il punto di riferimento di studenti ed insegnanti di danza.
Ed è proprio l’Accademia, sebbene nel corso di questi anni varie volte abbia coinvolto nelle proprie attività i licei coreutici, che aprirà le sue porte dal 16 al 20 ottobre 2017 con giornate dedicate a far visitare i luoghi dove la disciplina è insegnata, a seguire lezioni dal vivo e ad illustrare i propri programmi e le opportunità riservate con i corsi di propedeutica, preaccademici e di alta formazione.
La vera novità è che l’open day è aperto anche agli altri operatori del settore coreutico, scuole di danza private o scuole di teatri, affinché sia data questa opportunità a tutti gli studenti che apprendono e praticano questa meravigliosa disciplina.
Tutto questo per creare le giuste sinergie tra i diversi operatori e discutere delle problematiche e delle opportunità che si creano con le differenti interazioni, ma anche affinché il sogno di ogni studente, quello di entrate almeno una volta all’Accademia Nazionale di Danza, possa avverarsi!
http://www.accademianazionaledanza.it/wp-content/uploads/2015/01/ProgettoOpenAND.pdf