Nicola Vitola
CONSIGLI del MEDICO in caso di morso di VIPERA.

La bella stagione, forse in po’ in ritardo quest’anno, è arrivata e nasce la voglia e l’esigenza, dopo il lungo periodo invernale, di compiere qualche bella passeggiata o scampagnata fuori porta per ritrovare il contatto con la natura, con il rischio sempre possibile di effettuare però incontri non sempre gradevoli. Uno degli eventi più spiacevoli e che tanta apprensione genera nella persona colpita e nei suoi soccorritori è costituito dal morso di vipera.
La vipera è presente in tutta la penisola e ne esistono quattro tipi: l’aspis, la berus, l’ammodytes presente solo nel Carso, in Cadore e Alto Adige e poco aggressiva, la ursinii, la meno velenosa. La vipera è facilmente distinguibile dalla serpe innocua in base alle caratteristiche morfologiche. Il corpo della vipera è caratterizzato da una testa sub-triangolare a forma di cuore, ben distinta dal corpo, le pupille sono verticali, a fessura, e tra occhio e bocca vi sono scaglie disposte su più file; la coda è tozza e tronca, ben distinta dal corpo. La morfologia di una serpe innocua è invece caratterizzata dalla presenza di testa ovale che si continua con il corpo senza collo, la pupilla è rotonda, tra occhio e bocca vi è una sola fila di scaglie; non esistono distinzioni fra corpo e coda, che risulta sottile e appuntita. Inoltre i segni del morso di vipera appaiono come due piccole ferite puntiformi, distanti fra loro 5-8 millimetri. Nel morso di serpente innocuo, i segni del morso corrispondono a una serie di ferite puntiformi superficiali ravvicinate e disposte in serie semplice a forma d’arco.

In poche patologie come nell’avvelenamento da morso di vipera esistono consigli e rimedi popolari tanto scorretti quanto pericolosi. Vediamo pertanto quali manovre non fare e quali fare in maniera corretta, in modo che possano successivamente favorire correttamente il trattamento medico. Tra le misure assolutamente controindicate in fase pre-ospedaliera evitare pratiche quali:
- l’incisione e la suzione, che possono solo favorire la diffusione del veleno;
- il posizionamento di laccio emostatico, che impedisce la corretta vascolarizzazione dell’arto interessato;
- l’iniezione di siero antiofidico peri-lesionale e/o intramuscolare.
Naturalmente non vi è indicazione all’uccisione dell’animale per il riconoscimento, sia per il rischio di morsi ulteriori sia per il fatto che in Italia la vipera è specie protetta.
Tra le misure indicate risultano invece:
- quella di tenere a riposo la persona colpita e tranquillizzarla;
- togliere immediatamente orologio, anelli, bracciali e tutto ciò che può creare danno in caso di sviluppo di edema locale;
- slacciare e/o tagliare i vestiti stretti nel distretto interessato dal morso (polsini di camicia, calze, collant, pantaloni);
- se possibile, disinfettare la ferita e applicare ghiaccio non a diretto contatto con la cute (es. con interposta una garza o un telo);
- in caso di tempi di trasporto prolungati e/o di fronte a una clinica in rapido peggioramento, effettuare un bendaggio compressivo e immobilizzazione;
- disporre se possibile un accesso venoso.
Successivamente in fase ospedaliera si provvederà:
- all’attribuzione della classe di gravità;
- si verificherà la copertura antitetanica e si provvederà ad eventuale profilassi;
- si effettueranno i prelievi d’urgenza;
- si monitorerà la progressione dell’edema perilesionale e dei segni e sintomi sistemici;
- si considereranno i criteri per la somministrazione dell’antidoto per il trattamento dei pazienti con classi di gravità più gravi, con l’infusione endovenosa del cosiddetto “siero antivipera”.
Buona passeggiata dunque e senza allarmismi inutili.