Intervista a Silvana

Chef presso il ristorante Lago Grande nella splendida cornice di Monticchio. Con la sua cucina lucana ha conquistato il primo posto nella trasmissione televisiva “Cuochi d’Italia”.

Intervista a Silvana
Silvana Felicetta Colucci

Chi è Silvana?

Sono una donna legata alle proprie tradizioni.

Sono nata e vissuta per 25 anni in un piccolo paese delle dolomiti Lucane: Castelmezzano in provincia di Potenza.

Nel 1993 mi sono sposata e mi sono trasferita a Rionero in Vulture e da allora ho lavorato nel ristorante aperto dai miei suoceri con mia cognata e mio marito, il ristorante si chiama Lago Grande ed è immerso nel verde della bellissima località di Monticchio (PZ).

Come nasce la passione per la cucina?

Sono l’ultima di sette figli e da bambina ho sempre visto cucinare mia madre e le mie sorelle. Quando ero piccola con una mia cugina e le mie nipoti organizzavamo dei pic-nic ed io mi divertivo a preparare dei piccoli spuntini. La mia passione erano i libri di cucina che conservavo gelosamente per poi poterli portare a casa mia una volta sposata. La sorte, poi, ha voluto che incontrassi mio marito e ventisei anni fa ho iniziato a lavorare nel ristorante di famiglia ed eccomi qua ancora a cucinare con tanta passione per i nostri clienti.

Qual è l’ingrediente fondamentale per la riuscita delle tue creazioni?

L’ingrediente principale della mia cucina è il rispetto per le tradizioni. Cerco sempre di seguire alla lettera le ricette del passato della mia terra: la Basilicata. Quando servo un piatto mi piace spiegare ai clienti la sua storia e i suoi ingredienti.

Quali ingredienti tra i tuoi preferiti ci consigli di provare?

Al primo posto c’è sempre la salsiccia Lucanina, al secondo il tarassaco ottimo servito in una misticanza o in umido. Il tarassaco oltre ad essere buono fa anche bene al fegato e al sistema biliare. Per ultimo ma non per posizione amo le noci di Monticchio che uso molto spesso sia in alcuni primi che in alcuni dolci.

Qual è il tuo segreto in cucina?

L’unico segreto è la semplicità e la genuinità degli ingredienti utilizzati , tutti i miei piatti sono preparati con amore e scrupolosamente secondo la tradizione.

Laghi di Monticchio

Ti sei classificata prima a cuochi d’Italia. Ci racconti la tua esperienza?

Il 24 novembre dello scorso anno ho partecipato al casting a Potenza. Ero un po’ titubante se partecipare o meno perché dieci giorni prima avevo subito un brutto incidente domestico che mi aveva provocato ustioni di secondo e terzo grado sul viso e su una mano.

Nonostante l’accaduto decisi di fare il provino ugualmente.

Quando seppi di averlo superato rimasi incredula, pensai subito che fosse uno scherzo.

Mi sono messa subito a studiare sodo, ogni sera quando rientravo dal lavoro cercavo cinque ricette tipiche regionali e le scrivevo su un quaderno. Ho studiato e sperimentato cento ricette.

Quando ho partecipato alla trasmissione, al primo incontro ho portato con me tutta la mia famiglia per supportarmi. Non pensavo che la mia avventura sarebbe andata oltre fino al risultato finale. Lasciando la Basilicata avevo bisogno di portare con me fisicamente il calore della mia famiglia, invece arrivata nello studio televisivo mi sono sentita subito a mio agio ed è andata benissimo.

A questo proposito voglio ringraziare tutto lo staff televisivo, i giudici, il conduttore Alessandro Borghese e tutti gli chef di ogni regione italiana.

Sono felice di questa esperienza perché ho avuto modo di far conoscere la Basilicata e le nostre eccellenze, prodotti poco conosciuti.

Mi hanno emozionata le parole dei giudici. Gli chef Cristiano Tolomei e Gennaro Esposito hanno perfettamente ragione nel dire che le nostre tradizioni regionali vanno salvaguardate e tramandate e non perse nel tempo come spesso accade. Le tradizioni andrebbero insegnate nelle scuole.

Io sono stata fortunata ad aver avuto due maestre d’eccellenza: mia madre e mia suocera.

Grazie a loro ho imparato tanti segreti della nostra cucina.

Devo a loro due, all’amore, alla curiosità verso la cucina della mia terra quella che sono oggi.

Qual è il piatto della tua cucina che ami di più?

Non c’è un piatto in particolare ma il piatto che mi ha fatto superare il casting è stato la ricetta dedicata a Carmine Donatello Crocco, brigante di Rionero : cavatelli del generalissimo.

cavatelli

Deve essere buonissimo, io sono di Venosa, ma di questo piatto non ne avevo mai sentito parlare. Gli ingredienti li conosco e li uso tutti per i miei piatti ma in combinazioni diverse. Ora mi hai incuriosita e voglio assolutamente provarlo.

Grazie Silvana per la tua disponibilità. Condivido con te la necessità di non perdere le tradizioni della nostra cultura culinaria e la necessità di farla conoscere al di fuori delle nostra terra.

Lucia Antenori

La cucina racchiude in sé la cultura di un popolo e dimenticare i nostri piatti è un po’ come dimenticare il nostro passato, rischiando di perdere la nostra identità.

Sono contenta di aver conosciuto una donna straordinaria come te e invito tutti i nostri lettori a visitare i nostri bellissimi laghi e naturalmente di venire al tuo ristorante per gustare i tuoi buonissimi piatti.

 

 

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