Stellantis, La Regina (PD): grazie al Ministro Orlando ed alle parti sociali cds a Melfi per un anno

Una buona notizia sul fronte Stellantis: i sindacati hanno unitariamente comunicato che in data odierna è stato firmato presso il Ministero del Lavoro l’accordo che prevede, a partire dal 7 agosto 2022, un contratto di solidarietà in deroga della durata di un anno per i lavoratori dello stabilimento di Melfi.

Raffaele La Regina

L’azienda ha confermato il piano industriale definito nel 2021 che vede la produzione di quattro nuovi modelli full elettrica dal 2024.

Nel frattempo, Stellantis avrebbe garantito di non necessitare di esuberi strutturali ma solo di una rotazione delle maestranze a causa della crisi di approvvigionamento dei semiconduttori.
A margine dell’incontro ci sentiamo orgogliosi dell’impegno profuso dal nostro Ministro del Lavoro Andrea Orlando che insieme ai sindacati e all’azienda è riuscito nel non facile obiettivo di tenere insieme sicurezza del salario e prospettive future.

Da oggi è bene che anche la Regione Basilicata faccia la sua parte perché nulla, neanche le buone notizie, può farci stare tranquilli. La strada per il 2024 è, infatti, una strada lunga e piena di insidie nascoste.

Come a più riprese sostenuto dal Nostro Partito e dalle Istituzioni Locali, Il sito industriale di San Nicola di Melfi rappresenta non solo per la Basilicata ma per tutto il Mezzogiorno un insediamento cruciale per garantire, anche al Sud, uno sviluppo industriale che intercetti le esigenze della transizione energetica senza rinunciare a mantenere e implementare i livelli occupazionali attuali.

Servono, allora con urgenza, investimenti che rilancino il sito industriale lucano, su infrastrutture, facile accesso alla giustizia, sanità e rete dell’emergenza urgenza, centro di ricerca e costo dell’energia.

Stabilimento Stellantis Melfi

È fondamentale che si investa con forza e convinzione sulla competitività territoriale del nostro territorio. Unica cosa concreta in grado, per quanto è di competenza della Regione e delle istituzioni locali, di sopperire all’imprevedibilità delle scelte di politica industriale della grande impresa.

Lo dobbiamo ai lucani e soprattutto a chi, affidandosi al proprio lavoro, ha costruito la stabilità della propria vita.

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