Giuseppe Armenti
Cari compaesani, il calcio a Chiaromonte è stato sempre lo Sport più praticato. Se vi fa piacere vorrei parlarne un pò con voi. Sicuramente qualcuno della mia generazione si ricorderà dove era il primo campo sportivo a Chiaromonte.

No? Allora ve lo dico io. Nel 1950 avevo 6 anni, il mio primo anno di scuola. Usciti dalla scuola ci si riuniva davanti al Palazzo di Giura, allora la strada tutta libera senza auto parcheggiate, si giocava a calcio. E il pallone? A quei tempi chi lo aveva? Nessuno. Si giocava con una scatola (na buatta) vuota, quelle dei pelati.
Poi le nostre mamme o zia, la mia zia Esterina era una brava sarta e ci facevano le palle di pezza. Non rimbalzavano, però per scartare, oggi si dice dribblare, erano buonissime. Ci si doveva accontentare. Problemi di scarpe non ne avevo, perché mio padre era ciabattino (attanem jer scarper).
Io pero’ volevo parlarvi del vero campo sportivo dove giocavano i grandi. Non so di preciso come si chiami la contrada. Era un pezzo di terreno sotto a Tempa di l’Anger e vicino u pode du Zeccawuie. Se non erro era proprietà di Don Filippo De Marco.
A Novembre si arava, a Giugno si mieteva e dopo aver trebbiato si bruciavano le stoppe (a ristucc) e poi dei volontari muniti di pale, rampini e altri attrezzi si cercava di togliere le pietre più grosse, si livellava il terreno (s’apparaven i fuoss). Si mettevano le porte che i falegnami del paese ci offrivano in segno di attaccamento alla squadra e per incentivare il gioco del calcio in paese; finalmente si poteva cominciare a giocare.
Vi ricordate i giocatori di allora? Io qualcuno lo ricordo. Vediamo un po’. In porta giocava Peppino Masciarelli. Era un pezzo di giovane quasi 2 metri alto. Abitava alla cruce. Poi mi sembra si arruolò in Polizia. Poi c’era un altro Peppino Masciarelli, figlio di Concettina a levatrice, erano cugini. Lui era non alto ma robusto, un vero difensore, di professione Geometra. Poi c’era un certo Don Ciro non ricordo il cognome, veniva da Taranto e lavorava all’ ufficio Imposte. Anche lui piccoletto ma ben piazzato. La cosa che mi e’ rimasta più impressa è che giocava senza scarpe, indossava solo 2 paia di calzettoni.
Centromediano, allora si diceva cosi, era Don Peppino Dolcetti, Umberto Ferrara, Pinuccio Dursi (Schiampion), Tiruccuio da muliner, fratello più grande del compianto Faluzz. Il giudice Scutari lo ricordo sempre nelle vesti di arbitro, ancora Sestilio Cicale nel ruolo di ala, si faceva notare per la sua grande velocità.
Vi erano ancora altri ma, gli anni hanno cancellato molti ricordi. Capirete sono passati 72 anni. Mi ricordo ancora che la porta di sopra era un pò in salita. A volte Umberto Ferrara sferrava certi calcioni bislenchi che andavano a finire sotto u ponte du Zeccawuie. Allora noi bambini nelle vesti di racchetta palle dovevamo correre a prendere il pallone e anche veloci perché vi era uno solo.
Pallone con cichetto e camera d’aria. Veniva legato con una corda (cu nu chiriule) di cuoio che quando facevi una testata ti lasciava un bel segno sulla fronte. Le squadre che venivano più spesso a giocare a Chiaromonte erano Carbone allora molto forte, Cersosimo, Noepoli, San Costantino, Fardella.
Da luglio a fine settembre si giocava tutte le domeniche. Non ricordo se andavano anche fuori casa. Io allora abitavo proprio vicino al monumento. Quindi con 4 salti arrivavo al campo. Veniva tanta gente a vedere. Pero’ le donne o qualcuno che non aveva voglia di scendere si mettevano nel monumento dietro a Caterina e dietro il cipresso avevano una vista meravigliosa.
Per noi bambini la domenica dopo pranzo era una gran festa. Non c’era altro. Ed io già incominciavo a sognare che da grande avrei voluto far parte della squadra del mio amatissimo Chiaromonte. La prossima volta vi parlero’ del campo da Grutt di l’acqua. Vi saluto. Vostro Pinuccio Armenti.