Maurizio Bolognetti
Di Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani e tessera ODG n. 129414 (in sciopero della fame dalle 23.59 del 9/11)
Agli esponenti di Azione, Donato Pessolano e Marcello Pittella, ai compagni di Azione, dico che ho apprezzato molto il loro intervento. Un intervento dal quale emerge una assoluta sintonia sulle questioni che mi hanno indotto, dopo mesi e anni di silenzio assordante da parte innanzitutto di Odg ed Fnsi, ad intraprendere l’azione, il dialogo nonviolento a cui sto provando a dar corpo. Donato e Marcello mi hanno “regalato” qualcosa di prezioso e ne farò tesoro, mattone ed alimento. Cari Marcello e Donato, le vostre parole nutrono la mia fame di democrazia, diritto e diritti umani.
Per il resto, per ciò che concerne il vostro appello a sospendere lo sciopero, ahimè, non posso accoglierlo. Non posso e non devo. Non ora, non adesso. Questa fame va alimentata, nutrita e occorre nutrire le idee che sosteniamo e il nostro aver a cuore il rispetto della Costituzione. L’azione per ora prosegue esercitando il massimo di responsabilità possibile nella situazione data.
L’art. 21 della Costituzione, gioverà evocarlo, recita nel suo incipit: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Pochi mesi fa, a giugno, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo dalla tribuna del congresso dell’Uspi, ha dichiarato: “La autenticità dell’informazione è affidata, dalle leggi, alla professionalità e deontologia di ciascun giornalista. Sarebbe fuorviante e contraddittorio con le stesse disposizioni costituzionali immaginare che organismi terzi possano ricevere incarico di certificatori della liceità dei flussi informativi”.
Parole pesanti come pietre, quelle del Capo dello Stato.
Mi chiedo: come è possibile che i vertici dell’Ordine e della FNSI, la politica (quasi tutta) non comprendano il pericolo segnalato dal Presidente della Repubblica e sul quale sto focalizzando la mia attenzione da oltre tre anni?
Youtube non è una testata giornalistica? Ma che scoperta! In compenso lor signori esercitano ottimamente il ruolo di mazzieri e manganellatori per conto terzi; si arrogano il diritto di rimuovere addirittura un intero canale, senza alcuna reale possibilità di contraddittorio e di difesa. Vestono i panni di giudice, boia, giuria e pm.
Anche il governo cinese non è una testata giornalistica. Ciononostante, il sottoscritto nel 2020 ha condotto una lunga azione nonviolenta in difesa dei giornalisti perseguitati, perseguiti e scomparsi in Cina.
Mi auguro che i vertici ODG e FNSI comprendano e che si esprimano quanto prima sulla cancellazione del mio canale Youtube, vicenda paradigmatica che rappresenta plasticamente i pericoli in atto e futuri, che minano alla radice libertà fondamentali.
Il mio non è un ricatto, ma la difesa di un diritto e del diritto umano alla conoscenza; è difesa a spada tratta della nostra Costituzione. Lo sciopero della fame per queste ragioni prosegue. SPES contra SPEM.