Comunicato Stampa
Per invito della prof. Cappiello dell’IC “Granata” di Rionero e del prof. Bochicchio del IIS Liceo Classico “Orazio” di Venosa, il CineClub “Vittorio De Sica”- Cinit è stato chiamato a dare il proprio contributo di idee e conoscenze ai giovani studenti su cinema e letteratura – con le scuole Medie – e su Cinema e disagio giovanile con i liceali.
A Rionero è stato ospite lo scrittore Manlio Castagna, autore del bellissimo Dedalo&Dharma. Fuga dal cinema Kazan (edito da Mondadori) il quale ha illustrato la sua attività di scrittore e di sceneggiatore, di amante del cinema formatosi da giovanissimo negli Stati Uniti, e da diverso tempo attivista dell’ineguagliabile Giffoni Film Festival.
Gli adolescenti delle scuole medie hanno conversato con lo scrittore ponendo quesiti e curiosità di elevato spessore. In sintesi il racconto fantastico vede Dedalo, tredici anni, che abita in un piccolo paese sul mare: al Cinema Kazan, al posto dei soliti film, proiettano il grande successo del momento. Non appena Dedalo vede una delle protagoniste, Dharma Farrow, scatta il colpo di fulmine.
I ragazzi hanno associato il racconto a domande per nulla scontate. Il critico di cinema Armando Lostaglio del “De Sica”-Cinit ha illustrato l’importanza dei giovani di confrontarsi con la scrittura e con il cinema, in grado di raccontare per immagini il secolo e le passioni umane e civili che lo hanno caratterizzato. Al liceo di Venosa, Lostaglio ha trattato di alcuni film che trattano del disagio giovanile, e mettono in luce taluni problemi.
Il grande cinema ha trattato di tali dinamiche già dalla metà del secolo scorso. Problemi che riguardano la vita sentimentale, familiare, lavorativa e, nei decenni più recenti, il rapporto malato e ossessivo con le droghe. Gli adolescenti e i giovani nei film vengono spesso descritti fragili, immersi in un mondo che non appartiene a nessuno di loro. Il rapporto conflittuale fra bande, e con la famiglia, con le istituzioni educative resta alla base delle narrazioni. In questi ragazzi nasce disagio e insicurezza che li conducono ad intraprendere delle relazioni malsane e restare ai margini. Come primo approccio si è inteso trattare di due classici americani: Gioventù bruciata del 1955 diretto da Nicholas Ray con James Dean e Il selvaggio (1953) con Marlon Brando, diretto da László Benedek. Si sono messe a confronto due opere classiche del nostro cinema: I vitelloni (1953) di Federico Fellini con Alberto Sorsi e I Basilischi (1963) diretto da Lina Wertmüller, con Stefano Satta Flores.
In questi due ultimi film emerge la voglia di andare via dai luoghi di origine, insita anche nelle nuove generazioni. Il critico ha pure evidenziato una sorta di antagonismo rispetto al disagio giovanile degli anni ‘50 descritti negli Stati Uniti, che vedeva l’individualismo dei protagonisti e il loro carisma (Dean, Brando) in contrapposizione col disagio dei giovani nelle università dei primi anni ’60 che hanno condiviso ideali politici da partecipare collettivamente, contro un sistema patriarcale e spesso guerrafondaio (in Indocina e in Vietnam, il maccartismo).
Il film citato è Il grande freddo, del 1983 diretto da Lawrence Kasdan, che all’Io individuale di James Dean e Marlon Brando, vede sostituire il collettivo di giovani nell’ideale politico che ha contagiato anche l’Europa, anni dopo, con il Maggio parigino e il ’68. Venendo al nostro tempo, si può citare Scialla del 2011 presentato a Venezia, scritto e diretto da Francesco Bruni con Fabrizio Bentivoglio, Barbora Bobuľová e Filippo Scicchitano. Qui il rapporto padre-figlio emerge nella sua potenzialità, oltre la componente biologica. Il CineClub De Sica fa propria, da tempo, l’indicazione del decano dei critici Goffredo Fofi, quando ritiene necessario tornare ad un “cinema militante da portare a scuola e nei quartieri, parrocchie e camere del lavoro, in difesa della Natura e degli Oppressi.”
Comunicazione CineClub De Sica