Il nuovo libro in dialetto lucano di Teresa Armenti ‘A Volaredda

È uscito per Fara Editore ’A Volaredda – La Falena, nuova raccolta poetica di Teresa Armenti, che rappresenta un omaggio vibrante al dialetto lucano e alla memoria delle radici. Il volume raccoglie trentacinque poesie in dialetto di Castelsaraceno, composte nell’arco di trent’anni, e si presenta come un mosaico di emozioni, ricordi, tradizioni popolari, spiritualità e riflessioni sociali.

Attraverso una lingua viva, colorita e immediata, l’autrice ci accompagna tra vicoli, fontane, feste di paese, vecchi mestieri, affetti familiari e figure indimenticabili della comunità, dando voce a un mondo semplice e profondo che rischia di essere dimenticato. Ogni poesia è una tessera preziosa di una cultura popolare che resiste al tempo, un atto d’amore verso la propria terra e verso la madre, cui il libro è dedicato come “lingua d’amore”.

Nella prefazione, Maria Pina Ciancio definisce l’opera un vero “atto di resistenza culturale”, in grado di restituire dignità e bellezza al dialetto come strumento di espressione poetica e identitaria. La raccolta si sviluppa in sei sezioni tematiche, ciascuna focalizzata su un aspetto dell’esperienza umana e comunitaria: dalla preghiera alla denuncia sociale, dalla memoria alla fantasia.

Castelsaraceno

A Volaredda non è solo un libro di versi: è un documento umano e culturale che emoziona, fa riflettere e invita a non dimenticare chi siamo e da dove veniamo. Un’opera che intreccia la poesia alla vita quotidiana, regalando al lettore un viaggio sincero nel cuore della Lucania più autentica.

’A volaredda

’A sera, a ’na cert’ora,
quanno tuttә stanno cungotә
’nda lә case loro,
e hé sola sola stesa sopa ’u divano
tengo l’occhi fissi ’nda TV,
ma ’a mendә è persa ’nda pinzeri strani,
e mi fazzo vencә ra malingunìa,
tengo ’na visita assai specialә:
trasә senza permesso,
s’avvicina pә’ mә salutà,
s’allundana, gira,
facә giravotә atturnu ’a lambarina,
s’avuza, si vascia, scumbarә…
e po ’apparә.
Mi enghiә tutta ’a stanza.
E hé mi perdo ’nda lә giri soi.
È ’na volaredda ca mә facә
nu picca ’i cumbagnia,
mi facә ballà cu l’occhi.
E quanno s’avvicina ’nda vurecchia
hé cittu cittu ’llә condo lә fatti mei,
lә spinә ca mm’anu ponda,
lә sorrisi c’aggio ’bbuto a fà.
Accussì chianu chianu s’inni vai
amarorә ra iurnata.
Divendo ’cchiù leggera
e pozzo puru vulà ca volaredda mia.
Ĕ mamma mia.

Teresa Armenti, di anni 75, pensionata, vive ed opera a Castelsaraceno, in Basilicata. Ha insegnato Lettere nella scuola media fino al 2004. Si interessa di storia, saggistica, letteratura e poesia, anche in vernacolo.

Teresa Armenti

È iscritta all’Associazione della Storia Sociale del Mezzogiorno e dell’Area Mediterranea. Ha pubblicato libri di poesie, anche di carattere religioso, libri di narrativa, lavori di ricerca storica, archeologica, antropologica della sua terra, condotti insieme all’amica Ida Iannella.

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