Armando Lostaglio
Anche questa 82^ Mostra del Cinema al Lido di Venezia vedrà ampia rappresentanza di cinefili lucani, aggregati con il CineClub Vittorio De Sica di Rionero in Vulture, accreditati come di consueto con il Cinit Cineforum Italiano che ha sede proprio a Venezia.
Il De Sica è fra le associazioni fra le più attive del Cinit, presieduto da Massimo Caminiti. E dunque anche questa Mostra si replica come un rituale rigenerato nelle confortevoli sale del Lido di Venezia, gremite di appassionati, di critici e di chi vuole sapere in anticipo quel che accade nel mondo. Dal 27 agosto al 6 settembre, le luci del Lido si accendono per dare corpo ed anima a film delle più diverse nazionalità. Dive e divi, registi e innovatori, sperimentazioni e pellicole storiche. Ancora una direzione artistica di Alberto Barbera che intesse in osmosi cultura e spettacolo, protagonismo e leggi del mercato. La Mostra prende il via con La Grazia di Paolo Sorrentino, protagonisti Toni Servillo (ancora una volta) e Anna Ferzetti. After the Hunt di Luca Guadagnino che sarà – per scelta del regista – Fuori Concorso: di produzione americana, porterà la prima volta al Lido Julia Roberts. Stelle (e strisce) hollywoodiane per Jay Kelly di Noah Baumabch, con George Clooney; per il Frankenstein di Guillermo del Toro. 21 opere per il Leone d’oro, anche in questa edizione saranno cinque quelli italiani, tutti con i contributi della Direzione Generale del Cinema. Oltre al film di apertura, l’Italia presenta Elisa di Leonardo di Costanzo; Duse di Pietro Marcello racconta gli ultimi anni di vita di Eleonora Duse; Un film fatto per Bene di Franco Maresco, omaggio al mai dimenticato Carmelo Bene, in linea con il linguaggio del regista siciliano; Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi, che si aggira in una Napoli in emergenza. Uno sguardo anche alle serie con quella su Enzo Tortora di Marco Bellocchio e sul mostro di Firenze di Stefano Sollima.
Oltre un centinaio di film nelle diverse sale del Lido (un’impresa poterne vedere una quarantina), inserite anche in rassegne parallele: alquanto seguita è Orizzonti, che presenta linguaggi innovativi e freschezza interpretativa. Leone d’oro alla carriera a Kim Novak e a Werner Herzog per la sua prodigiosa filmografia: 30 anni fa realizzò un’opera sul madrigalista Gesualdo da Venosa; Il De Sica ha proposto al Comune di Venosa di conferire al regista tedesco una onorificenza. Altri premi collaterali si segnalano per la loro lungimiranza come Sorriso Diverso presieduto da Diego Righini e diretto da Paola Tassone: il De Sica fa parte della Giuria. L’interprete di un’opera è un mediatore che ri-esprime un’idea altrui. Federico Fellini sosteneva: “Quello schermo gigantesco che incombe su una platea devotamente raccolta davanti a lui, fatta di uomini piccoli piccoli, che guardano incantati immensi faccioni, labbroni, occhioni, che vivono e respirano in un’altra, irraggiungibile dimensione, fantastica e nello stesso tempo reale, come quella dei sogni.” Dovremmo essere come bambini, approcciarsi all’opera con la loro curiosità anarchica, di chi non ha ancora suddiviso il mondo in schemi e preconcetti. Staccati sia dalla realtà degli istinti, sia dai giudizi della ragione. Contemplare il nostro tempo, e carpire il segreto per interpretarlo.