Antonio Fortunato
Fino al 1977, il primo ottobre di ogni anno iniziava l’anno scolastico in tutta l’Italia dopo una lunga vacanza di oltre tre mesi. Non c’erano compiti per l’estate, ma c’erano le rimandazioni e le conseguenti riparazioni a settembre.
Il mio ricordo molto bello va alle scuole elementari e agli anni di servizio prestato nella scuola media. Una cartella di cartone, il libro di lettura e il libro sussidiario, quaderno a righe e a quadretti, il calamaio che il maestro riempiva di inchiostro nero, la penna con il pennino metallico, una matita e i colori a pastello (per chi poteva): con questi pochi mezzi, il nostro maestro Peppino Pangaro riusciva a far raggiungere a tutti gli alunni gli obbiettivi della scuola elementare. Non solo: il rispetto per gli altri, la conoscenza del nostro paese dal punto di vista storico, delle attività produttive e delle tradizioni erano insegnamenti fondamentali per ognuno di noi. E poi l’amore per il sapere per diventare futuri cittadini liberi e autonomi.
Visite didattiche, ricerche storiche, corrispondenza con gli alunni della classe parallela di Vergiate e Lesmo (Milano), l’allevamento del baco da seta, la stampa del giornalino scolastico “Il Filugello” sono state le attività svolte con una metodologia innovativa che possiamo sintetizzare così: “A scuola si impara dai Compagni”. Infatti, l’aula era un laboratorio in cui la collaborazione tra i compagni era assicurata.
A distanza di tanti anni, la professoressa francese ha scritto il libro A Scuola si impara dai Compagni- <La classe automa> come risposta alle sfide educative. Perché di fronte alla crisi della scuola è necessario ripensare i modelli tradizionali di insegnamento, ispirandosi tanto alla pedagogia montessoriana quanto alle recenti acquisizioni delle neuroscienze.
Il modello della classe autonoma, in cui gli studenti organizzati in piccoli gruppi, apprendono in modo cooperativo, sviluppando competenze trasversali, autonomia e consapevolezza. I risultati sono:maggiore motivazione, miglioramento delle relazioni interpersonali e un apprendimento più solido e duraturo. Il nostro maestro, unico sulla nostra classe con orario 9 -13, è stato un innovatore applicando questa metodologia. Anch’io ho cercato di fare la stessa cosa nel servizio prestato nella scuola media per l’insegnamento delle Applicazioni tecniche maschili/Educazione tecnica/Tecnologia.
La scuola si rinnovi, diventi un luogo gioioso dove studenti e docenti si trovano insieme per la crescita culturale e sociale delle nuove generazioni.
PS:I genitori rispettino gli insegnanti e tutto il personale scolastico e non badino ai voti, ci vuole la crescita generale dei vostri figli. Prima nessun genitore si permetteva di contestare l’operato dei docenti. E i voti non erano alti..non esisteva il 10 e lode.