Norimberga diretto da James Vanderbilt

E’ un grande film Norimberga. Storico, ben narrato, ambientazione e costumi eccellenti, eppure qualche sbavatura nella sceneggiatura gli può essere concessa; ma l’interpretazione è sontuosa, da Oscar, quella di Russel Crowe. Come pure di Rami Malek, già ben in mostra con Oppenheimer di Nolan e Bohemian Rhapsody nei panni di Freddie Mercury.

Norimberga (Nuremberg) è scritto e diretto da James Vanderbilt, si fonda sul libro “Il nazista e lo psichiatra” di Jack El-Hai (2013). È storia vera, coinvolgente, con una sceneggiatura che non lascia pause e respiro.

Attrae per la forte credibilità di ogni personaggio. È incentrato sul criminale di guerra Hermann Wilhelm Göring, numero due del regime di Hitler, a processo con altri gerarchi a Norimberga, città passata alla storia proprio per il processo tenutosi nel 1946, a guerra finita. E sta tutto nel rapporto fra il carnefice, persona colta dall’atteggiamento narcisista, con il giovane psichiatra dell’esercito americano Douglas Kelley. Il corpulento gerarca tenta di portare motivazioni da psicologia sociale e politica a sua difesa, mentre il giovane psichiatra, consapevole della difficoltà del ruolo, cerca di carpire il segreto di tanta inumana violenza (e trarne la trama per un libro) al cospetto di un uomo che pur amava sua moglie, dolcissima, e una bambina deliziosa. Lo psichiatra si recherà più volte dalla donna, che viveva in luogo segreto, prenderà confidenza con la bambina mediante i suoi giochi di prestigio. Mentre un’altra donna fa capolino nella storia, la bella giornalista accorsa a Norimberga per seguire il processo. Che gli strapperà segreti da sbattere in prima pagina.

Diventerà tutto un gioco delle parti, i criminali nazisti che pretenderebbero umanità, e la Legge che li condanna per aver condotto derubricato il più massiccio genocidio della storia dell’umanità. I filmati degli Alleati nei campi di sterminio appena liberati restano un’ulcera inguaribile e inguardabile a condanna del nazismo e dei nazismi odierni.

Rimane Russel Crowe a prendere la scena, oltre ogni retroscena della narrazione, un po’ come accadde a Marlon Brando in Apocalypse now di Coppola.

Norimberga è un’opera da consigliare alle generazioni odierne e che verranno: il male con la sua follia e stupidità si annida ovunque; la preveggenza del giovane psichiatra il cui libro veniva inascoltato, lo porterà a depressione e suicidio, con cianuro, come Göring, prima della esecuzione.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi