La poesia non dà da mangiare… ma regala tante emozioni.

109Come preannunciato negli interventi precedenti, il giorno 13 agosto, alle ore 19,00 presso la “Sala Anziani” l’autore Gino Costanza presenterà le sue poesie.

Ma chi è Gino Costanza?

Il grande pubblico forse non lo conosce perché Egli, giovanissimo, dopo il conseguimento della Laurea in Lingue e Letterature Straniere presso L’Orientale di Napoli, si è trasferito al nord, in quel di Pordenone.

Sposato, con due figli, ha insegnato nelle scuole secondarie per oltre quaranta anni.

Da buon francavillese, ogni anno, ritorna al nostro paese in occasione della Festa della Madonna di Pompei.

Quest’anno anticipa un poco ed ecco che il 13 a sera tutti potremo ascoltare dalla sua viva voce la recitazione di alcuni suoi componimenti con relativo commento.

Come è nata questa iniziativa?

Durante l’inverno scorso, a Latina, dove risiediamo per parte dell’anno con mia moglie aiutiamo nostra figlia e nostro genero, impegnati nelle loro attività professionali, a crescere il loro bimbo. E così negli spazi liberi, navigando su internet, mi sono imbattuto nella bella notizia di un riconoscimento prestigioso al mio caro amico di infanzia, Gino Costanza, per le sue poesie presentate al Concorso Nazionale di Barcis, in provincia di Pordenone.

L’ho subito contattato e mi ha confermato il piacere del premio ottenuto e mi ha parlato delle sue poesie.

Non la farò lunga, ma mi deve essere consentito di spendere qualche parola sul valore pregnante della sua poesia, nella nuova tecnica comunicativa dell’haiku giapponese.

Nella presentazione, a puntate, della silloge che grazie a “Francavilla Informa”, il giornale on-line diretto dal comune amico, Giuseppe Di Giacomo, ho avuto modo di introdurre una presentazione succinta di questa tecnica espositiva in 3 articoli pubblicati insieme alle poesie presentate, col titolo “la poesia non dà da mangiare, ma regala tante emozioni”.

È di emozioni profonde che voglio dare testimonianza, per una della quattro liriche premiate “Sono Sole” ma prima qualche breve riferimento al premio letterario “Giuseppe Malattia della Vallata”. Esso fu istituito nel 1988, a quarant’anni dalla morte del Cantore della Valcellina.

L’idea di dar vita al Premio nacque dal desiderio della famiglia Malattia di tenerne vivo il ricordo attraverso la voce della poesia, coniugando continuità con il passato e futuro creativo.

Ha accolto poesia in lingua italiana, poesia nella parlata delle minoranze etnolinguistiche presenti in Italia, poesie in video.

Al Premio, nel corso degli anni, hanno partecipati poeti residenti in Friuli Venezia Giulia e in tutte le parti d’Italia ed anche all’estero, di una certa età o giovanissimi, di mestiere raffinato o alle prime prove.

Molti i premiati nella varie edizioni ed in quella del 2013 anche il nostro Gino Costanza. Gino non ha bisogno di essere presentato qui, perché come dicevo da buon francavillese, ogni anno in occasione delle celebrazioni della festa della Madonna di Pompei, è qui con noi, non ha spezzato il cordone ombelicale con il suo paese, perché lo porta sempre nel cuore, lo canta nella sua variegata forma espressiva nei suoi componimenti, a cominciare da “Sono Sole” con il commovente ricordo delle nostre mamme.

 

 

SONO SOLE
Sono sole, col proprio coraggio, nei dolori
le nostre mamme instancabili, sulle labbra sorriso lieve.

Non chiedono nulla a noi,
che riceviamo sempre.
Vestite di nero, i radi capelli bianchi a posto, sulle spalle gli scialli neri,
sfidano la chiusa stagione tenendo le levigate mani in acqua,
per lavare i nostri panni sporchi.
Di noi hanno parole blande con tutti.
E noi, chiusi in noi stessi, inseguiamo chimere,
mentre gustiamo cibi succulenti,
ansiosi d’indipendenza,
per fare le nostre pronte mamme felici.
Sono sole, col proprio coraggio, nei dolori,
le nostre mamme instancabili, sulle labbra sorriso lieve.
E se ne vanno dove andremo noi, con voci di perdono.
Siamo soli anche noi, con i nostri vani rimpianti,

senz’amore, senza conforto, senza pace,

nel mondo nuovo delle ambizioni,

pago d’esaltanti illusioni.

 

Gino ha esordito negli anni ’60 con un prezioso libretto dal titolo molto significativo “Prime passioni” in cui è presente il mondo di attese, di speranze, di amori, di gioia, di “passioni”, appunti che sono la manifestazione più immediata della gioventù.

Nelle composizioni più recenti, il poeta utilizza una tecnica espositiva, assai diffusa nel Giappone. Si tratta dell’Haiku che consente all’autore di comunicare con immediatezza il suo mondo. È una sorta di “pittura con le mani” come ho già sostenuto nella prima presentazione su “Francavilla Informa”, che consente al poeta di comunicare con immediatezza il suo mondo, che stupisce chi lo legge o l’ascolta, dominato dalle meraviglie e dallo stupore delle cose.

Nasce, così, una poesia che si condensa intorno a immagini semplici comunicate senza fronzoli lessicali, consentendo così una libera interpretazione da parte di ciascuno.

Le sue parole, è bene ribadirlo, nascono da un rapporto d’amore con la sua terra d’origine, ma anche del mondo intero ed è questa, in estrema sintesi, “l’ars politica” del nostro Gino.

 

 

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