Luigi Viceconte

Più persone, in questi ultimi giorni, incontrandomi, mi hanno chiesto se avessi letto e cosa ne pensassi dell’articolo di Oreste Roberto Lanza “Dite la verità…se potete…” pubblicato di recente sul giornale on line francavillainforma.
La cosa mi ha incuriosito e mi sono premurato di leggerlo.
Dico subito che non lo condivido, ma non ci vedo nulla di allarmante.
Per onestà, premetto pure che sono un sostenitore del Sindaco; questo, però, non mi impedirà di essere obiettivo come può esserlo un essere umano.
Sicuramente non cercherò di alimentare la polemica; sono da sempre convinto assertore che la critica, se è onesta, ed ancora di più se è costruttiva, è non solo utile ma addirittura necessaria perché tiene desti, stimola.
È chiaro, il bersaglio è il Sindaco Francesco Cupparo; comunque l’arma è caricata a salve.
Non ci sono accuse; attacchi sì, ma non alla persona, politici.
Del resto è il Sindaco il responsabile politico del comune.
Anzi, l’articolo inizia con dei riconoscimenti personali al Sindaco, come: “la politica ti ha partorito Sindaco con una maggioranza storica di voti (70,37%) ” / “persona per bene” / “sei capace di poter e saper fare”
Ci si può chiedere : “ E’ sincero o getta fumo negli occhi?”
La parola “partorito” (il parto comporta doglie, travaglio) qualcosa la dice.
Fa un elenco, poi, di cose non fatte; fa delle domande.
Non è compito mio rispondere; farò solo due osservazioni o considerazioni di ordine generale.
La prima riguarda la mancata indicazione delle fonti da cui l’Autore dell’articolo ha preso o appreso le notizie esternate.
Quando non si ha conoscenza diretta delle cose, le fonti vanno citate, altrimenti si può non essere creduti.
In vicende ad alta turbolenza, come può essere questa, è facile che si insinui il dubbio che il tutto possa essere infarcito di fantasticherie.

L’Autore non ha conoscenza diretta delle cose che dice; parla per sentito dire (è lui medesimo che chiaramente lo fa intendere quando premette a quel che esterna espressioni come “sembra” / “si dice” / “rimbalza la voce” / “qualcuno si lascia scappare” / “qualche consigliere dice” / ecc. ecc.) e fonti non ne cita.
Non può così pretendere che quel che scrive venga accettato con un atto di fede.
Rilevo anche che ha chiesto se fosse stata istituita la figura del Garante del cittadino (alias Difensore Civico comunale), quando, per legge, già da alcuni anni non può più essere istituita.
Questo rafforza in chi legge la convinzione che l’Autore abbia arraffato notizie riferitegli e le abbia utilizzate senza aver esperito i controlli del caso.
Se questo è avvenuto per l’istituzione del Difensore Civico comunale, chi ci assicura che non sia avvenuto anche per le altre esternazioni ?
Infine, trovo sopra le righe la frase : “ si ha l’impressione che tutti sanno e non possono dire; o non devono dire pur volendo parlare”.

Che fa, assimila Francavilla alla Corleone mafiosa ed i Francavillesi ai Corleonesi omertosi di alcuni film?
Se si è fatto questo concetto di Francavilla e dei Francavillesi non teme di compromettersi con lo scrivere su un giornale di questa collettività?
In più, dal momento che da parecchio tempo non è più cittadino francavillese e vive lontano da condizionamenti mafiosi, se è venuto a conoscenza di qualcuna di quelle cose “che tutti sanno e non possono dire; o non devono dire pur volendo parlare” si rechi nelle sedi competenti, e le dica senza timore..
Non vado oltre.
Il Sindaco continui a testa alta la sua opera, non dimentichi di fare sempre i provvidenziali scongiuri di rito e, quando i gufi sinistri cercano di intimorirlo segua le prescrizioni dei modi di dire “ Non ti curar di loro ma guarda e passa” e “ Pìsscë sëngìrë e væ’ ngùłë u mjédëchë “ (Orina limpido e fregatene del medico )
Nella societa’ in cui viviamo, ormai siamo tutti comunicatori, professionali o amatoriali. L’esortazione che ne deriva e’ quella disaper distinguere il vero e il falso, il bene e il male. Chi scrive deve interpretare la comunicazione come un servizio, per rafforzare il rapporto con i lettori che sono i veri padroni, piu’ dello stesso editore di riferimento.
L’ etica della informazione e’ un esercizio di responsabilita’ collettiva.