Er funerale sbajato

Da Ernesto Calluori riceviamo e pubblichiamo, per gentile concessione del Coordinamento Centri Anziani IX Municipio dalla raccolta di Poesie, il seguente testo in romanesco.

ER FUNERALE SBAJATO

funerale

Chi m’avverti der fatto fu Carletto

me disse : sai Giggetto se ne ito…

Ho provato ‘no strazio…che nun dico,

come un dolore grosso, qui, nel petto.

Ar funerale de st’amico mio

quante persone ch’erano venute

e tra ste facce, tutte riconosciute

me so’ commosso tanto pure io.

E li de fora, della casa de DDio

quanti sussurri e frasi smozzicate

e tutte ‘ste donne addolorate

piangeveno quell’omo, Santo e Pio.

quant’era bbono, poro Gigi mio,

un galant’omo…tanto rispettoso

se scappellava…sempre premuroso

quanno che lui scegneva e io salivo.

Che jella zozza, che destino rio,

disse n’antra signora prosperosa…

quell’omo era proprio n’antra cosa…

tanto diverso dar marito mio.

De botto un dubbio atroce m’era sorto…

nun era quello er funerale giusto,

e io che gia’ c’avevo preso gusto

me stavo a piagne fitto…

un’antro morto.

Antonio Rotellini

 

 

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