Federica Olivo
Tra le piazze che oggi si sono riempite per celebrare la ventunesima Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime di mafia, c’è stata anche quella di Lagonegro.
All’anfiteatro Sant’Anna, stamattina, erano presenti tutte le istituzioni operanti nella Valle del Noce: la scuola, gli enti locali, la Giustizia. L’iniziativa, organizzata dal presidio di Libera del lagonegrese e presentata dal prof. Gerardo Melchionda, è iniziata con la lettura degli oltre 900 nomi delle vittime innocenti di tutte le mafie: i ragazzi delle scuole del territorio, avvicendandosi, hanno ricordato uno ad uno giornalisti, poliziotti, sindacalisti, magistrati o comuni cittadini che, dalla fine del diciannovesimo secolo ad oggi, sono caduti perché hanno, in un modo o nell’altro, contrastato l’illegalità mafiosa. Al termine della lettura di questi nomi – posta in essere contemporaneamente in centinaia di piazze d’Italia – la prof.ssa Aversa, referente del presidio di Libera del lagonegrese, ha letto i nomi delle persone morte o scomparse in Basilicata, per le quali ancora si attende verità e giustizia.
Dopo la commemorazione, numerosi sono stati gli interventi: i sindaci di Lagonegro e di Latronico e la consigliera Schettini del Comune di Maratea, sono intervenuti in rappresentanza delle amministrazioni locali; per le scuole invece, oltre a numerosi studenti, hanno preso la parola il dirigente dell’Istituto professionale per i servizi dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, Nicola Pongitore e il dirigente dell’Isis De Sarlo di Lagonegro, Roberto Santarsiere. A concludere la mattinata, l’intervento del Procuratore della Repubblica del Tribunale di Lagonegro, dott. Vittorio Russo, che ha sottolineato i notevoli passi avanti fatti nell’ambito della lotta alla mafia nel nostro Paese: «come soleva affermare Falcone – ha detto il Procuratore – la mafia non è un fenomeno invincibile; per combatterlo, oltre ad un intervento incisivo e sistematico del Legislatore, è necessario l’impegno della magistratura e delle forze dell’ordine, ma è indispensabile anche la mobilitazione delle coscienze».