Armando Lostaglio

Ora tutti saranno li a piangere a pregare e parlarne bene, secondo un rito bigotto che Marco avrebbe odiato, e forse irriso, come lo è stato lui stesso in vita, dagli anni ‘70 in poi, quando iniziava con una forza tutta originale le sue battaglie di civiltà in una nazione che a stento cercava di uscire dal chiuso di un sistema politico e sociale governato da un regime sedicente democratico. Marco Pannella era più avanti. Correva uno slogan che ci eravamo coniati: C’è chi è nato per comandare e chi per ubbidire, io sono nato per disubbidire”… E’ forse nella disobbedienza civile, nello sciopero della fame in senso di coinvolgimento collettivo partendo dall’autolesionismo, nella giustizia e nelle carceri, nell’antimilitarismo militante, contro lo stermino per fame di milioni di bambini, e quindi le battaglie vinte per il divorzio e l’aborto. Marco Pannella ha incarnato tutto questo con la coerenza di chi sa di essere nella ragione pur nutrendosi di dubbi. Ci ha fatto amare Gandhi e rifiutare le armi in una coerente e mai vinta obiezione di coscienza. Gli saremo grati a vita, pur non avendo condiviso in parte le scelte fra gli anni ‘80 e ‘90 in poi (Cicciolina, Toni Negri in parlamento). A metà anni ‘70 eravamo nella sede storica di Piazza Argentina a Roma, dopo una affermazione elettorale, e lui ci accolse con un sorriso apertissimo, noi che venivamo dalla Lucania: accanto a lui Adelaide Aglietta ed Emma Bonino, a fare le fotocopie c’era Francesco Rutelli … E poi lo vedemmo in una gremitissima Piazza San Carlo a Torino primi anni ‘80. Il partito volava, si affermava e Pannella coinvolgeva con il suo lessico diretto e mai violento. Gli europei evoluti ci invidiavano una figura così avanti sui tempi. Eppure a molti non convinse la elezione di una inutile Cicciolina in parlamento: solo un colpo di teatro “alla Pannella” come si diceva; e neppure la elezione di Toni Negri, in epoca di contestazioni e anni di piombo. Ma così era Marco, quella la sua visione della politica.

Marco Pannella era apprezzato da Eco come da Sciascia, da papi come Giovanni Paolo II e Francesco. E’ stato uno dei protagonisti delle battaglie civili degli anni Settanta e della fase di transizione tra la prima e la seconda Repubblica. La sua azione politica lo ha portato a essere noto, come leader politico italiano, per aver fatto costantemente ricorso ai metodi della lotta politica non violenta resi popolari dal Mahatma Gandhi e da Martin Luther King. In quest’ottica, ha praticato decine di scioperi della sete e della fame, con l’intenzione di affermare la legalità o, secondo le sue parole, il “diritto alla vita e la vita del diritto”.