“Poste Italiane “ ed… il disservizio postale

Poste Italiane” “celebra” in Basilicata un disservizio, che non ha pari, anche nel tempo! Da più parti viene denunziato il disagio nella funzionalità degli “sportelli” ed, ancora più gravemente, nella distribuzione e nel recapito della corrispondenza, che, spesso, assume dimensioni intollerabili! Verifiche, registrate, con reiterate prove evidenziano, ad esempio, tempi “lunari”; la consegna di corrispondenza da Potenza ad un comune della zona del Sinni fa registrare 15 giorni di “viaggio”! Tempi inammissibili ed ingiustificabili! Nei Comuni tra le aree del Sinni, del Serrapotamo e del Sarmento quasi tutti gli Uffici postali hanno orari al pubblico limitati a tre giorni la settimana: così per i Comuni di Calvera, Teana, Fardella, Terranova, S.Costantino Albanese, Cersosimo, S.Paolo Albanese; analogamente, per tre giorni la settimana, è la distribuzione della corrispondenza. I ritardi sono, tra l’altro, spesso causa di sanzioni per mora per i cittadini, che non ricevono le “bollette” delle varie utenze –luce, gas, acqua– in tempi utili. Per analoghi disservizi, perché il fenomeno è generalizzato, è la denunzia, vigorosa, che fanno rappresentanti di organizzazioni sindacali ed istituzionali, quali il Presidente dell’Anci di Basilicata Salvatore Adduce ed il Segretario Generale CGIL Basilicata Angelo Summa (v. “La Nuova” del 19 Febbraio e 3 Marzo u.s. ).

Mario Di Nubila

Vale poco un aggiornamento di tecnologia, quale, ad esempio, l’installazione di strumento tecnologico, di ultima generazione, di “regola file”, a cui fa riscontro un peggioramento dei servizi, che le “Poste”, nel complesso, offrono al cittadino-utente. E la velocità e la consegna della corrispondenza sono indici primari di valutazione della qualità, del gradimento e della utilità di quei servizi. Altrimenti anche la introduzione di moderne tecnologie può diventare solo un imbellettamento! La privatizzazione, che, evidentemente, ha come obiettivo primario, nell’imprenditore privato, realizzare sempre più profitto, anche in danno della clientela. – in questo caso di cittadini – ed anche del personale postale, costretto a spostamenti continui, non può prevalere in termini assoluti sul servizio, che questo comparto deve offrire ai cittadini. Un processo di privatizzazione non può ignorare, o trascurare, ma deve tenere in gran conto l’ utilità sociale, che non può essere privatizzata. La funzione di servizio di pubblica utilità non può, assolutamente venir meno in caso di privatizzazione. Il potere regolatorio pubblico dello Stato non può cedere alla sola prospettiva del profitto, al di là delle quote partecipative di maggioranza e di minoranza Al di sopra di ogni valutazione, o alchimia, di carattere economico-finanziario o politico, lo Stato ha il dovere primario, che è la causa della sua origine nella storia dell’umanità, di tutela del cittadino.

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