Felice Di Nubila
Anticipiamo per gli amici lettori di “Francavilla Informa” una nota ripresa dalla Ricerca su “La Basilicata”, di cui pubblicheremo prossimamente la seconda parte con il testo “LA BASILICATA-i Lucani”, in linea con l’impegno a suo tempo assunto nel Comitato per la RICERCA STORICA.

Parleremo di credenze, costumi, tradizioni e novità che hanno accompagnato “La Basilicata” in tempi e luoghi, da cui sono passati testimoni e attori di vicende misere e grandiose. Delle principali vicende abbiamo già scritto nella prima parte della nostra ricerca pubblicata nel 2014/2015 con il titolo “La Basilicata nel crocevia della Storia”/ED. Ermes: era una prima indagine essenzialmente dedicata alla scoperta degli scenari, nei quali viveva una Regione a lungo ritenuta “senza storia e senza fama”. Ora vogliamo con altri interventi contribuire alla presentazione di quegli aspetti particolari, che sono stati significativi per la evoluzione socio-culturale dei popoli della Civiltà Contadina: una Civiltà stagnante, scoperta negli anni Trenta da Carlo Levi, presentata nel suo “Cristo si è fermato a Eboli” durante il 1945 e nei suoi testi e quadri successivi. Nella prefazione del suo libro Levi aveva presentato la Basilicata con queste parole: “Nessuno ha toccato questa terra se non come un conquistatore o un nemico o un visitatore incomprensivo”. Una scoperta che, dopo Levi, richiamò negli anni Cinquanta sociologi come l’europeo George Friedmann per comprendere e studiare “la filosofia della Miseria”, poi l’americano Edward Banfield per comprendere e valutare le basi morali, i limiti e le risorse di una società arretrata espressa nel “Familismo Amorale”: un familismo povero – diciamo noi – che ha mostrato capacità di supplire alla assenza di qualsiasi forma di assistenza sociale fino alla seconda metà del Ventesimo Secolo.
Nel testo su “Sud” , di Marcello Veneziani, ed. Mondadori (pubblicato nella prima metà del novecento) fu avanzata una tesi che , nonostante tutto, riabilitava a valore positivo il “Familismo Amorale” visto come ammortizzatore sociale e civile per la disoccupazione, la carenza di abitazioni, la cura dei malati e dei vecchi in assenza di altre forme di assistenza, che arriveranno solo nella seconda metà del Novecento.
Ci furono tentativi di dimostrare l’infondatezza della teoria di Banfield e controtesi per sostenerne la validità.
La società di riferimento era comunque una società in lenta evoluzione come descritta da un ingegnere/poeta, Leonardo Sinisgalli, nell’intento di coinvolgerla nello sviluppo tecnologico; una società cantata da Albino Pierro, con dettagli su luoghi, tempi e sentimenti, nella Poesia del Ricordo (arrivata alle soglie del Premoi Nobel); una società che vide il giovane Rocco Scotellaro, poeta, sindaco di un piccolo Comune Lucano, Tricarico, entrare con la mediazione poetica nel vivo della lotta sociale e della protesta civile moderna dopo secoli di immobilismo; una società e una civiltà studiate e raccontate dall’antropologo Ernesto de Martino, nella seconda metà del Novecento, con l’intento di fare conoscere e sostenere gli sforzi di conciliare credenze e superstizioni “demonologiche” (sedimentate per secoli) con scambi culturali verso la Civiltà Europea. Sforzi solo parzialmente riusciti e che hanno interessato in modo inadeguato (almeno fino alla metà del Novecento) tutta l’area compresa tra l’ Acqua Santa dello Stato Pontificio e l’Acqua Salata del Mediterraneo: un mare con le caratteristiche di sempre e con molti problemi nuovi a cui assistiamo ancora noi giornalmente per le numerose immigrazioni, che lo attraversano pagando l’altissimo prezzo di migliaia di naufraghi e affrontando difficili soluzioni per una accogliente integrazione; un mare comunque centro della civiltà ellenica e di quella romana dove nacquero l’idea e l’iniziativa di promuovere l’Unità dell’Europa con il Manifesto di Ventotene scritto da Altiero spinelli e Ernesto Rossi tra il 1941 e il 1944. E’ utile ricordare oggi, mentre si parla di BREXIT, di muri e di corridoi umanitari, quali erano i contenuti del manifesto: un primo progetto dell’ EUROPA UNITA quale fondamento per la pace sui cammini della MODERNITA’!!!

Un progetto sul quale purtroppo si continua a discutere da oltre settant’anni tra egoismi populistici, difficili scelte di solidarietà e complicate integrazioni di cui parleremo più diffusamente in prossime future ricerche.