Carmen Levare, siamo pronti per Carnevale?

Febbraio in Italia è sicuramente il mese del Carnevale, ogni città è invasa da maschere e coriandoli, luci e colori che creano una atmosfera di festa unica. L’etimologia del termine “carnevale” deriva dal latino carnem levare, un’espressione popolare per indicare il banchetto che si teneva l’ultimo giorno subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. “Carnem Levare” che si traduce con “eliminare la carne” in segno di purificazione e riconciliazione con il Signore. Questo spiega anche l’usanza di abbondare con i dolci nel periodo di Carnevale, prima quindi del digiuno della Quaresima.

Colombina maschera di venezia
Colombina

Protagoniste indiscusse del Carnevale sono le Maschere, dal termine arabo “mascharà” che significa scherno, satira. Ogni città italiana è caratterizzata da una maschera, personaggi tipici della Commedia dell’Arte, e rappresentano le tradizioni domestiche, il gergo popolare, lo spirito e il sapore dei tempi antichi.

Colombina è una maschera veneziana che rappresenta una briosa e furba servetta, parla veneziano ed è molto affezionata alla sua signora, Rosaura, che pur di rendere felice combina imbrogli su imbrogli. Il suo vestito è semplice con delle balze sul fondo e un grembiule con qualche toppa e un berretto bianco in testa.

Pulcinella è una maschera originaria di Napoli , caratterizzata da gobba, naso adunco e con indosso una casacca ed un pantalone bianco, si completa con una mascherina nera.

L’usanza di festeggiare in maschera e fare baldoria prende origine dai Saturnali, cioè dai festeggiamenti con i quali i romani omaggiavano Saturno. In tale circostanza i ruoli e le gerarchie venivano scambiati e completamente ribaltati ricorrendo all’utilizzo di maschere e costumi che camuffavano le identità. I Saturnali erano vissuti come un momento di sfogo e purificazione, come il “carnem levare” cristiano.

Siamo pronti? Manca poco alla grande festa del Carnevale, festa molto sentita da grandi e piccini e tra coriandoli e stelle filanti tutti ridono, scherzano e si divertono allegramente.

Il Carnevale è per eccellenza la festa più divertente, allegra e colorata, e viene celebrato con carri, maschere, stelle filanti e coriandoli … ed ecco la storia di quei dischetti colorati che rallegrano i nostri carnevali: qualche secolo fa, nel periodo di Carnevale, durante le tipiche sfilate delle carrozze, venivano gettati sulla folla mascherata, granturco, arance, fiori, gusci d’uovo ripieni di essenze profumate e monete. Poi, a partire dal 1500, con i frutti del coriandolo rivestiti di zucchero, venivano fatti dei confettini profumati, prodotti proprio per essere lanciati dai carri o dai balconi in occasione del carnevale. Produrre questi confetti, però , era molto costoso e per presto vennero sostituiti da piccole palline formate dal seme del coriandolo ricoperto di gesso.

Nel 1800, a Milano, un certo signor Enrico Mangili iniziò a lanciare dei minuscoli dischetti di carta bianca, tanto piccoli e leggeri, che al minimo soffio di vento si alzavano e danzavano in aria creando un’atmosfera di particolare effetto scenico. Sembrava quasi nevicasse sui carri di carnevale che sfilavano per le strade. Questi dischetti non erano altro che degli scarti, cioè dei foglietti bucherellati usati come lettiere per i bachi da seta. La folla li chiamò coriandoli, e così iniziarono a essere prodotti a livello industriale usando anche carta colorata.

Pare che la più antica maschera di Carnevale sia Arlecchino. … Il suo costume famosissimo e tradizionale è composto da una maschera nera e fiammante e un vestito fatto di pezzi di stoffa lucenti multicolori.

E’ una maschera lombarda, originaria di Bergamo. Secondo la tradizione Arlecchino nasce in un quartiere povero di Bergamo, indossa un bellissimo costume colorato, giacca e pantaloni aderenti, con triangoli rossi, verdi, gialli, azzurri, completato da una mascherina nera, ai piedi delle scarpe con un grande fiocco e in testa un cappello di feltro decorato con un codino di coniglio … ecco la sua leggenda:

c’era una volta un bambino molto povero di nome Arlecchino, era così povero che, quando a Carnevale la maestra organizzò una festa in maschera, lui non aveva nulla da indossare. E mentre tutti i suoi compagni parlavano delle loro maschere colorate e di come si sarebbero vestiti, Arlecchino in disparte piangeva. Per non farlo soffrire la maestra e i suoi compagni decisero di fargli un regalo, ognuno di loro avrebbe regalato un pezzetto di stoffa avanzato dai loro costumi colorati. Arlecchino fu molto contento per il gesto gentile e affettuoso della maestra e dei suoi compagni, prese quei tanti pezzi di stoffa e li portò alla mamma. La mamma di Arlecchino era una donna intelligente e creativa, infatti subito incominciò a lavorare. Taglia, cuce e rammenda per tutta la notte e la mattina dopo, il giorno della festa, fece trovare ad Arlecchino sul letto, un vestito bellissimo, tutto colorato, fatto con gli avanzi delle stoffe. Quando arrivò a scuola, tutti rimasero colpiti per la bellezza e l’allegria dell’abito e, durante la festa, tra tutte le maschere presenti, fu proprio il suo vestito quello più bello ed acclamato.

I dolci di Carnevale rendono ancora più allegro questo periodo dell’anno, e quando si nomina il Carnevale le chiacchiere non possono mancare mai in tutte le loro varianti di denominazione. Questo dolce, infatti, vanta un numero notevole di nomi: chiacchiere in Campania, Sicilia e Umbria, frappe nel Lazio e nelle Marche, bugie in Liguria e in Piemonte, cenci in Toscana, fiocchetti in Romagna e meraviglias in Sardegna. In realtà, la ricetta è uguale in tutta Italia.

Giovanna Saporito

Chiacchiere di Carnevale

Ingredienti per 4 persone
500 gr farina
50 gr zucchero
40 gr olio d’oliva
3 uova intere
una grattatina di limone

1 bustina di vanillina

Un po’ di liquore a piacere
Olio per friggere
Zucchero a velo

Formare la fontana con la farina, al centro mettere

lo zucchero, le uova, l’olio e gli aromi, impastare e lasciare riposare per un po’.
Stendere la pasta sottilmente, formare le chiacchiere e friggerle in olio ben caldo, scolarle su carta assorbente, una volta fredde cospargerle con zucchero a velo. Se volete delle chiacchiere al cioccolato, aggiungere agli ingredienti 50 g di cacao.

MASCHERE FAI DA TE

Come realizzare una simpatica maschera di carnevale fai-da-te utilizzando semplicemente dei piattini di carta colorata? Il risultato è carino e simpatico ed è anche veloce da realizzare. E se si utilizzano piatti di differente colore si possono creare tanti differenti personaggi: leone, gatto, cane, maialino ecc. Su un piatto di carta di colore rosa disegnate la forma degli occhi, della bocca e del naso, utilizzando delle fobici praticate dei fori per realizzare gli occhi, la bocca e il naso. Poi su un cartoncino rosa ritagliate due piccoli triangoli (le orecchie dell’animale), proporzionali alla grandezza del piatto, mettete i triangoli sulla parte superiore del piatto e fissarli con della colla. Prendete, poi, un bicchierino di plastica e incollatelo al centro del piatto, dalla parte del bordo, coprendo il foro del naso. Usate, poi, un pennarello nero per disegnare le narici. Ed ecco la mascherina porcellino fai da te … A carnevale ogni scherzo vale…

Il Petofono

Il palloncino che emette rumorosi peti artificiali. Si poggia su una sedia e si attende che qualcuno ci si sieda sopra. Uno scherzo che ha fatto letteralmente “scuola”, essendo uno degli scherzi più diffusi tra i banchi scolastici e talvolta anche dietro le cattedre degli insegnanti.

Fiore, anello o accendino a spruzzo

Tre scherzi che hanno origine direttamente dalla tradizione dei clown. Una semplice pompetta caricata ad acqua per spruzzare a sorpresa sul malcapitato.

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