don Camillo Perrone "Parroco emerito di S. Severino L."

Il pensiero va subito alle nostre popolazioni, alle persone, a ogni persona sacra e inviolabile, soggetto di diritti e di doveri, al centro dell’attività politica.
La difesa della dignità di ogni essere umano, in qualsiasi condizione di esistenza, resta una via obbligata per l’esercitazione della “carità politica” che esige il servizio alla polis e agli uomini che la compongono.
Ciò significa concretamente mettersi a disposizione dei bisogni delle persone; operare perché si verifichino le condizioni perché i componenti di uno Stato possano maturare nella comune appartenenza all’identità morale e culturale della nazione e nella solidarietà.
Una politica per la persona e per la società trova il suo criterio basilare nel perseguimento del bene comune, come bene di tutti gli uomini e di tutto l’uomo, bene offerto e garantito alla libera e responsabile accoglienza delle persone, sia singole che associate:
“La comunità politica – leggiamo nella Costituzione Gaudium et spes – esiste proprio in funzione di quel bene comune, nel quale essa trova piena giustificazione e significato e dal quale ricava il suo ordinamento giuridico, originario e proprio. Il bene comune si concreta nell’insieme di quelle condizioni della vita sociale, con le quali gli uomini, le famiglie e le associazioni possono ottenere il conseguimento più pieno della propria perfezione”.
Inoltre, una politica per la persona e per la società trova la sua linea costante di cammino nella difesa e nella promozione della giustizia, intesa come virtù alla quale tutti devono essere educati e come forza morale che sostiene l’impegno a favorire i diritti e i doveri di tutti e di ciascuno, sulla base della dignità personale dell’essere umano.
Nell’esercizio del potere politico è fondamentale lo spirito di servizio, che solo, unitamente alla necessaria competenza ed efficienza, può rendere trasparente o pulita l’attività degli uomini politici, come del resto la gente giustamente esige. Ciò sollecita la lotta aperta e il deciso superamento di alcune tentazioni, quali il ricorso alla slealtà e alla menzogna, lo sperpero del pubblico denaro per il tornaconto di alcuni pochi e con intenti clientelari, l’uso di mezzi equivoci o illeciti per conquistare, mantenere e aumentare ad ogni costo il potere.
Nello stesso tempo i fedeli laici devono testimoniare quei valori umani ed evangelici che sono intimamente connessi con l’attività politica stessa, come la libertà e la giustizia, la solidarietà, la dedizione fedele e disinteressata al bene di tutti, lo stile semplice di vita, l’amore preferenziale per i poveri e gli ultimi. I fedeli laici come cittadini dello stato sono chiamati a partecipare in prima persona alla vita pubblica. Non possono pertanto abdicare alla molteplice e svariata azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale, destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune.
Missione dei fedeli laici è di configurare rettamente la vita sociale, rispettandone la legittima autonomia e cooperando con gli altri cittadini secondo le rispettive competenze e sotto la propria responsabilità.
Stile e mezzo per il realizzarsi d’una politica che intenda mirare al vero sviluppo umano è la solidarietà, la quale è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti.
La responsabilità politica – ricorda il Santo Padre – appartiene a ogni cittadino, in particolare a chi ha ricevuto il mandato di proteggere e governare e “la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine”. (enciclica Laudato si’, 178).
Il popolo lucano ha bisogno di un sussulto di orgoglio, di un rinnovato fervore di partecipazione sociale e culturale, di un più vivace e democratico confronto politico.
Si avverte il bisogno di una rinnovata formazione civica che sviluppi una cultura della solidarietà, dove il senso dello Stato venga a far parte del senso della comunità e si guardi alle istituzioni in maniera leale e fiduciosa.
Inoltre e in particolare la politica economica per sostenere e allargare la base produttiva della Basilicata deve essere mirata al territorio e diretta a realizzare un tessuto capillare di sviluppo. Innervando il territorio di strutture, di infrastrutture e di servizi, si favorirà la nascita e la crescita di realtà produttive locali, soprattutto di medie e piccole imprese.
Appare importante, in particolare, lo sviluppo di centri di ricerca teorica e applicata, come supporto per le aziende che producono avanzata tecnologia. Essi possono costituire, nello stesso tempo, una via di superamento della disoccupazione intellettuale e un freno alla “fuga dei cervelli”.
Lo sviluppo della stessa agricoltura lucana deve trovare un punto di forza nel rinnovamento tecnologico e organizzativo della produzione, trasformazione e distribuzione dei prodotti.
A proposito il metapontino ancora una volta è stato flagellato dal maltempo. Ricordiamo la violenta grandinata del 12 maggio che ha determinato ulteriori e gravissimi danni sui frutteti.
Anche lo scorso anno, la stessa area è stata colpita dalle gelate. Molte delle aziende colpite l’anno scorso, per fronteggiare i danni e per andare avanti nell’attività, sono ricorse alle banche, con nuove aperture di credito o con lo slittamento di precedenti debiti.
“Di fronte al ripetersi e all’accanirsi di eventi atmosferici di tale portata – ricorda in un comunicato la Coldiretti – ci siamo immediatamente resi conto di trovarci di fronte a un evento di una gravità estrema. Una calamità è sopportabile, ma due di questa portata no!
La grandinata del 12 maggio ha messo in ginocchio centinaia di aziende agricole e con esse l’economia di una vasta comunità che in maniera diretta o indiretta trae reali e concreti benefici dalla presenza in questa zona di una vivace attività agricola.
Pertanto ora si chiama all’attenzione del problema la Regione. Questa si faccia carico, con senso di responsabilità e nel rispetto della gente che lavora per sé e per gli altri di questa gravissima emergenza. E che dire della Xylella, vero flagello e bestia nera degli olivo-cultori, dei dissesti idrogeologici con strade interrotte?
In conclusione, per venire incontro ai bisogni dei poveri, dei dimenticati, e degli umili occorre investire su scuola e cultura, tessendo reti di solidarietà.
Urge infondere un’onda di fiducia alla nostra regione provata da specifiche sofferenze che attanagliano giovani e anziani, sani e malati di ogni genere, e quanti lottano e sperano in un vita più giusta e più umana; infondere ai politici lungimiranza, tenacia, serietà, prontezza nelle decisioni, equilibrio e forza ai sindacati, speranza ai giovani, perché tutti insieme, si sappia operare per lo sviluppo, nella giustizia e nella pace sociale
STORIA DI FRANCAVILLA IN SINNI
Ricorre in quest’anno il 580° anniversario della concessione dei capitoli dei monaci certosini ai vassalli di Francavilla.
E’ la nascita di Francavilla
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Parimenti ricorre in quest’anno l’80° anniversario dell’ascesa economica di Francavilla, grazie alla nota segheria dei legnami, qui fatta sorgere da parte della ditta umbra Ottavio Palombaro. Durò molti anni.
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Un devoto, sentito ricordo dell’Ing.Felice Di Nubila nel 1°anniversario della sua dipartita.
Sac. Camillo Perrone – Parroco Emerito di S.Severino Lucano