Antonio Fortunato
Riprendiamo la nostra storia locale riferita alle Amministrazioni Comunali. Per le elezioni comunali del 1962 la sinistra ci arrivò ben preparata e agguerrita dicevo nell’ultima parte. Infatti, per allargare la base elettorale e superare la carenza di professionisti nella lista, i Comunisti decisero di candidare come capolista l’insegnante Alberto Viceconte, ex segretario della Democrazia Cristiana e fuoriuscito per una serie di contrasti con gli altri dirigenti locali, sicuri di avere anche l’appoggio dell’intera famiglia Viceconte (medico Condotto, ufficiale Sanitario, farmacista, notaio, segretario comunale ecc.).
All’elezioni amministrative dell’11 novembre 1962 quindi si presentarono due liste:
- la numero uno della Democrazia Cristiana capeggiata dal giovane avvocato Pier Luigi Ferrara, figlio dell’ex Sindaco Mario Ferrara, all’epoca delle elezioni assessore provinciale in carica, e
- la lista numero due, Aratro e Croce civica di ispirazione Social Comunista capeggiata proprio dall’insegnante Alberto Viceconte.
“Galeotto fu il libro e chi lo scrisse”. Da queste elezioni infatti incominciai a interessarmi di politica che mi è penetrata nelle vene e da cui non me ne so staccare, parteggiando per la lista Social Comunista.

La campagna elettorale fu fatta da ambo gli schieramenti senza esclusione di colpi. Nel paese si creò un clima di contrasti accesi minando persino i rapporti nelle famiglie. La posta in palio era molto alta: continuare con la vecchia DC e la sua politica oppressiva o scegliere l’uomo del rinnovamento, dell’alternativa a un sistema di potere verticistico e clientelare.
Dopo un’accesa campagna elettorale, con il coinvolgimento dei rappresentanti nazionali dei rispettivi partiti di riferimento, la sera del 12 novembre 1962 dalle urne uscì il seguente risultato:
Lista n.2 Aratro e Croce
Viceconte ins. Alberto voti 1162
Donato Antonio viticoltore 1144
Durante Paolo coltivatore 1143
Fanuele Nicola bracciante agricolo 1145
Febbraio Luigi autista 1157
Giangreco Felice Policarpo braccinate agricolo 1143
Iannibelli Salvatore macellaio 1144
Lo Fiego Antonio bracciante agricolo 1146
Maurella Policarpo Muratore 1148
Mele Antonio Giuseppe operaio 1143
Pangaro Giovanni operaio 1146
Pierri Antonio falegname 1142
Piesco Giuseppe falegname 1141
Spaltro Egidio muratore 1145
Viceconte Luigi bracciante agricolo 1135
Viceconte Quinto Amedeo muratore 1143
Lista n 1 Democrazia Cristiana
Ferrara Pier Luigi avvocato 885
Alvarez Giuseppe agricoltore 866
Capuano Biagio commerciante 868
Console Luigi segretario comunale 870
Costanza Rocco macellaio 886
Cupparo Antonio cantoniere 856
De Marco Policarpo commerciante 869
De Paola Domenico insegnate 863
Ferrara Giuseppe falegname 865
Gazzaneo Giuseppe artigiano 867
Iannibelli Vincenzo coltivatore diretto 868
Motta Giuseppe muratore 869
Perretta Antonio coltivatore diretto 869
Perrone Leonardo Commerciante 861
Viceconte Alberto bracciante agricolo 868
Vitola Carlo insegnate 870
Con Deliberazione Consiliare numero 230 del 29.11.62 fu convalidato il consiglio comunale così di seguito:
tutti i componenti la lista di Aratro e Croce e nella minoranza consiliare:
Avvocato Ferrara Pier Luigi
Insegnate De Paola Domenico
Commerciante Leonardo Perrone
Insegnate Carlo Vitola.
Risulta eletto Sindaco l’insegnate Alberto Viceconte con deliberazione numero 232 del 29.11.62 e la Giunta Comunale così composta:
Febbraio Luigi assessore effettivo;
Durante Paolo assessore effettivo;
Donato Antonio assessore effettivo vice Sindaco;
Pangaro Giovanni assessore effettivo;
Piesco Giuseppe Assessore supplente;
Pierri Antonio Assessore supplente.
L’esito delle elezioni sbalordì tutti considerato anche il risultato esaltante della lista Aratro e Croce. I giorni delle elezioni 11 e 12 novembre nel paese regnava un clima di silenzio assoluto; dalle numerose frazioni gli elettori utilizzarono il pullman della Democrazia Cristiana e il mezzo messo a disposizione dall’altra lista scendeva dalle contrade di montagna sempre vuoto, senza elettori. Nell’aria quindi c’era la certezza della riconferma degli amministratori uscenti. Invece, proprio l’esito dello scrutinio della terza sezione elettorale, delle frazioni, decretò la vittoria clamorosa della lista Aratro e Croce.
È proprio vero il detto che l’urna è femmina! E che il contadino ha le scarpe grosse ma il cervello fine.
L’amministrazione cambiò completamente registro: la casa comunale in poco tempo divenne il punto di riferimento di tutti i cittadini contribuendo a creare un’atmosfera di pacificazione e collaborazione attraverso l’eliminazione di odiose discriminazioni politiche. Ma gli sconfitti non accettarono la disfatta e diedero corso a una battaglia con la carta bollata. Dopo alcune denunce che comportarono anche la sospensione del Sindaco Alberto Viceconte sostituito dal consigliere Antonio Lo Fiego, gli amministratori tornarono in carica perché assolti e da quei tentativi di far cadere nuovamente l’Amministrazione per atti illegali si ristabilì un clima più sereno anche con la minoranza. Non dimentichiamoci che i contendenti erano parenti.

Il Sindaco Viceconte per informare la popolazione dell’esito della causa tenne un comizio con il senatore Comunista avvocato Petrone, difensore degli amministratori in carica, attaccando violentemente l’avvocato Mario Ferrara; mentre la popolazione si stringeva con più convincimento al Sindaco Alberto Viceconte e al Partito Comunista Italiano che vinse tutte le competizioni elettorali che si svolsero in quegli anni.