Franca Coppola
Innanzitutto grazie per aver accettato il nostro invito e congratulazioni per la vittoria ottenuta al Concorso “Ripeti il Tuo Canto”, indetto dalla nostra Associazione, (Le Ali di Frida), con la sua poesia “Sciuscia ventu sciuscia” per la sezione C – Poesia in dialetto (con traduzione in italiano) a tema libero.
- Per prima cosa Le va di presentarsi ai nostri amici che ci seguono da casa?
Con molto piacere. Mi chiamo Giuseppe D’Agrusa, sono nato a Palermo nel 1952 e svolgevo l’attività di impiegato doganale.
- Cosa rappresenta per Lei la poesia?
La poesia come la pittura, è l’arte di esprimere e rappresentare fatti, immagini, sentimenti, con parole, poste in un certo ordine, secondo una certa logica.
- Come si forma un poeta?
Non credo che esistano scuole o libri che insegnino su come diventare poeta, ma penso che nasca spontaneamente. Il poeta ha la dote di saper mettere in versi i propri pensieri, le proprie idee, i propri sentimenti, unendo suoni, immagini e parole in grado di far riflettere e di far vibrare le corde dell’animo di chi ascolta.
- Come è iniziata la sua passione per la poesia?
La passione per la poesia è iniziata nella maturità adolescenziale ma è esplosa con la morte di mia madre, dopo questa iniziale conferma, la strada è stata un crescendo di soddisfazioni.
- Come nasce la sua poesia e quali sono i temi da cui trae spunto?
La mia poesia nasce da un semplice gesto, da un evento, da un momento di riflessione, da un episodio di vita, e può trattare argomenti infiniti.
- Quanto di autobiografico c’è nelle sue poesie?
Ripercorrendo le mie opere poetiche si posso individuare elementi biografici in chiave di trasformazione della propria maturità in una lingua eterogenea che legano alla propria terra natia, culla di ciò che mi ha donato sviluppo e maturazione poetica.
- Quali sono i suoi poeti preferiti e perché?
Pochi sono i poeti che amo, ma Pirandello è quello che sento maggiormente, perché esprime la visione del mondo che ci circonda documento e spunti di riflessione. Comunque chiunque scrive in diverse forme e generi, e sappia usare un linguaggio per esprimere emozioni e immagini è il mio poeta preferito.
- Potrebbe citarci dei versi di cui si è innamorato?
Casa Romita di Luigi Pirandello “…da lì un sentieruolo tra i campi portava alle terre del Caos, al vigneto ed all’antico uliveto saraceno, al mandorleto e, giù nell’ampio burrone, all’agrumeto ora scomparso…”
- Qual è la poesia che meglio la rappresenta?
Non c’è una poesia che possa rappresentarmi, tutte sono un riflesso di ciò che il mio io sente in quel particolare momento di profonda riflessione e creatività. Comunque quella dialettale che mi rappresenta maggiormente è Chista è a me terra “Chista è a me tèrra, bedda comu u suli, e pi quantu piccati pozza aviri, ‘nni sugnu urgugliusu e ‘nnamuratu , quannu ‘nni parru mi pigghia e scumpigghia e battiri mi fa forti u cori, lassannumi sienza ciatu”.
- Qual è il senso della poesia oggi?
Quello di ricordarci che esiste qualcos’altro oltre la quotidianità che può offrirci una piccola via di fuga dalla realtà, risvegliando nel nascosto e intrigato IO qualcosa che magari non ci siamo nemmeno resi conto che esista mettendoci così in contatto con la nostra anima.
- Perché scrive poesie in dialetto?
La poesia dialettale è depositaria delle sensazioni più profonde dell’animo umano, e restituiscono quel sapere antico che dimostra di essere attualissimo in ogni sua più piccola sfaccettatura.
- Qual è secondo lei la funzione e l’importanza della poesia dialettale?
A mio avviso la poesia dialettale ha una notevole importanza perché racchiude il patrimonio culturale, del territorio, l’identità di un popolo, gli usi, i costumi, e certe espressioni dialettali, racchiudono tutto il significato unico e speciale nel loro modo di dire.
- Qual è l’impatto della poesia dialettale su chi l’ascolta?
Credo che un poeta fa accadere, fa nascere quello che non c’è e che mai sarà solo con l’inventarsi una parola, e spiega la sua vita, a chi l’ascolta, come se parlasse a lui solo.
- Quali responsabilità ha un poeta oggi e come può interagire con la realtà che lo circonda?
Un poeta è rappresentante del proprio tempo, la sua analisi della realtà non è cosa semplice, perché in essa sono nascosti le incognite della vita, e descriverli con un’angolazione e una prospettiva lirica differente da quella della maggior parte delle persone è cosa al quando difficile.
- Cosa si potrebbe fare oggi per appassionare i lettori alla poesia?
Gli eventi attuali, al momento, non consentono attività di gruppo come ad esempio organizzare letture pubbliche, questo permetterebbe di diffondere la poesia raggiungendo anche coloro che normalmente non la leggono.
- Quale ritiene sia l’importanza dei concorsi per la poesia e per i poeti?
Penso che partecipare a dei concorsi letterari sia importante per un autore emergente, sempre che ci sia un lavoro competente di una giuria seria come nel caso del Concorso “Ripeti il Tuo Canto”, possa servire a farsi conoscere e conoscere nuovi autori.
- Potrebbe raccontarci come è nata la poesia che ha presentato al nostro concorso, cosa rappresenta per Lei e perché l’ha scelta?
Come tutte le poesie “Sciuscia ventu sciuscia” nasce da riflessioni umanistico-sociale. Nelle strofe di questa poesia racchiudo il forte amore che mi lega alla mia terra di Sicilia, che amo come si possa amare un’amante, incantato della sua bellezza che mi acchiappa il cuore, sperando che un giorno, questo vento, possa fare pulizia di quella gente che l’ha solo avvelenata, offendendo e calpestato chi con giustizia ha cercato di difenderla.
- In qualità di poeta, quali sono i suoi progetti per il futuro?
Spero presto, quella di pubblicare la mia quarta silloge dove racchiudo colori, storie e realtà nascoste della mia terra e non solo, un romanzo fantasy, e una mostra di acquerelli Grazie e ad maiora!
Poesia in dialetto “Sciuscia Ventu, Sciuscia”
Sciuscia ventu, sciuscia! Quannu u ventu sciuscia, lìeggiu, lìeggiu, i fogghi di l’àrburi accumincianu a trimari, comu si fussiru ali ri libellule chi pari câ vulissiru vulari. Sciuscia ventu, sciuscia! Fammi sentiri u ciàuru da me tèrra, ciàuru di petri sienza tempu. ’Ccarizzami sta frunti stanca e surata, comu accarizzi l’erba, comu si fussiru i capiddi di n’amanti, arrifriscami, e fammi ‘nsunnari. Sciuscia ventu, sciuscia! Rapi porte e finestri , cancia st’aria ferma e cavura, câ mi fa accupari, portati i me pinseri e li me tristizzi luntanu, arrifrisca sta magica tèrra di Sicilia dunni i paroli sunnu comu a carta câ s’abbrucia o suli addivintannu cinniri. Sciuscia ventu, sciuscia! Purtami paroli ri spiranza ca àutri un mi sannu diri, scaccia u me pàtimentu picchi ‘nnamuratu sugnu ri stâ tèrra, ma stancu sugnu ri sìentiri tanti chiacchiaruna câ fannu sulu prumìssi, e nenti a mai canciatu. Sciuscia ventu, sciuscia! ‘Nta stâ tèrra di ventu ci ‘n voli assai, un sulu pi ghisari pruvulazzu e ngramaghiri a robba stinnuta, ma pì fari pulizia e scacciari li mali serpi ca l’avi sulu abbilinata, e a giustìzzia e virità da genti unista calpistati. Sciusia ventu, sciuscia!
Poesia tradotta in italiano “Sciuscia Ventu, Sciuscia”
Soffia vento, soffia! Quando il vento soffia, leggero, leggero, le foglie degli alberi incominciano a vibrare come se fossero ali di libellule, che sembra voglia volare. Soffia vento, soffia! Fammi sentire l’odore della mia terra, odore di pietre antiche. Accarezza questa fronte stanca è sudata, come accarezzi l’erba, come se fossero i capelli di una amante, rinfrescami, e fammi sognare. Soffia vento, soffia! Apri porte e finestre, cambia quest’aria ferma e calda, che mi fa soffocare, portati i miei pensieri, e le mie tristezze lontano, rinfresca questa magica terra di Sicilia dove le parole sono come la carta che si brucia al sole diventando cenere. Soffia vento, soffia! Portami parole di speranza che altri non mi sanno dire, caccia la mia sofferenza perché innamorato sono di questa terra, ma stanco sono di sentire tanti chiacchieroni che fanno solo promesse, e niente è mai cambiato. Soffia vento, soffia! In questa terra di vento ce ne vuole tanto, non solo per alzare polvere e attorcigliare la biancheria stesa, ma per fare pulizia e cacciare via la mala gente che l’ha solo avvelenata, e la giustizia e verità della gente onesta calpestata. Soffia vento, soffia!