Italo Elmo
Anticamente tra i riti del ciclo della vita, durante il fidanzamento, a Cervicati era consuetudine – “… per avvertire ed ammonre altri eventuali pretendenti che la fanciulla era stata promessa” – , da parte del giovane andare ad affiggere alla porta della fidanzata un ramo di fiori di pesco o di ciliegio, comunemente chiamato oggi “arco pasquale”.

Il ramo rimaneva appeso, a testimonianza ed ammonimento, per un certo tempo, quale “segno” della promessa data”.
Usanza che si riscontrava anche in alcuni casali della Calabria Ultra in provincia di Reggio Calabria, e deriva dal folklore dell’antica civiltà greca.
Nel corso degli anni l’antico rito dell’arco viene fatto proprio dalla chiesa cattolica con l’usanza, il giorno di Pasqua, di porte fiorite, come simbolo di rinascita.

Gli approfondimenti di questo rito potete trovarli nel capitolo dei riti nuziali di Cervicati, affrontato da Emila Lanzillotta, nell’ambito della pubblicazione “Rituali di nozze nella società tradizionale arbëreshe”, opera in tre volumi di circa 1500, pagine.