Giuseppe Di Giacomo
Domenica 15 gennaio si è tenuto, presso il Centro Parrocchiale di Senise, il secondo incontro diocesano della Zona Pastorale Sinni, dal titolo: “Educare al tempo dei Nativi Digit@li”.
Molto interessante è risultato l’incontro, nutrito il numero dei partecipanti, giunti da tutti i centri della zona Sinnica. Tanti si sono aggiunti ai precedenti, sicuramente merito del successo del primo incontro. Posso dire che anche questo incontro è stato molto coinvolgente perché ha toccato argomenti cari alla platea, che si è lasciata trascinare dalla competenza e dalla bravura della relatrice dr.ssa Piera Vitelli.
Dopo l’accoglienza, don Franco Lacanna ha introdotto il tema della giornata ed ha presentato la dr.ssa Piera Vitelli, già conosciuta ed apprezzata da molti. Chi l’ha sentita per la prima volta, ha avuto modo di gradire la sua alta competenza e conoscenza delle problematiche educative giovanili; don Franco ha rimarcato ancora l’impegno instancabile della Vitelli nel recupero di tanti giovani con dipendenze e il suo zelo verso le Parrocchie che richiedono la sua professionalità.

La relatrice, nel prendere la parola, ci ha immediatamente immersi nei nativi digit@ li, definendoli bambini e adolescenti di madrelingua internet, mentre i genitori, gli educatori sono adulti immigrati digitali, questa diversità genera distanza tra le parti, perché appartenenti a mondi diversi e sconosciuti fra loro, spesso tutto ciò spaventa e colpisce, creando disorientamento.
La digitalizzazione ha profondamente modificato il modello educativo rispetto al passato, mentre ieri tutto era filtrato, da libri, giornali, scuola, con l’avvento della tv commerciale prima, e di internet poi, molti filtri sono saltati, scomparsi, per cui è facilmente comprensibile lo stato di confusione che ne deriva.
L’era digit@le ha modificato profondamente l’approccio educativo, la relatrice infatti, ci ha rimarcato il modo di relazionarsi con i giovani, sia in famiglia che a scuola, affermando che, è necessario dimostrare al ragazzo che si è interessati alla sua persona, in modo sincero ed autentico, diversamente quest’ultimo continuerà a chiudersi in sé stesso isolandosi, pertanto, l’educatore può conquistarsi l’autorevolezza solo ed esclusivamente se dimostra un interesse vero nei suoi confronti.

Si può affermare quindi che, per abbattere la distanza tra la generazione dei nativi digit@li e la generazione immigrati digitali, si deve, attraverso il dialogo affettivo- educativo, stabilire relazioni che avvicinino i due mondi e che consentano quindi di alfabetizzare digit@lmente gli immigrati, per poter stabilire un dialogo che faciliti le relazioni intergenerazionali.
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