Nonni a scuola d’infanzia

Offrire agli studenti fin da bambini strumenti didattici aggiornati rientra tra i doveri di ogni docente. Lo asserisce la scienziata Elena Cattaneo (è pure Senatrice a vita), e ci indica la strada per migliorare il rapporto delle nuove generazioni con la modernità, a partire dagli contributi che la didattica moderna potrà utilizzare.

Su questa linea comportamentale, fa bene la scuola dell’infanzia a “vedere” nel passato gli strumenti elementari di gioco e di apprendimento per una didattica moderna già dai primissimi anni di vita del bambino. La scuola dell’infanzia “Michele Granata” del dirigente Domenico Quatrale, invita nonni e persone di cultura per mettere a confronto le loro esperienze infantili con quelle moderne. Con le maestre Lucia, Antonietta, Lucia, Maria Carmela si sono presentati i giochi all’aperto e, soprattutto, senza alcuna spesa in famiglia (50 anni fa e più non rientrava nei bilanci famigliari), i bambini e gli adolescenti giocavano con poco, si accontentavano di pezzi legna per i “taccaridd” o per realizzare il “carruozzo” e la “settimana” disegnata sul pavimento o su strada e divertirsi per ore. Poi l’arrivo della televisione, le poche case che potevano permettersela ospitavano i gruppi di numerosi compagnucci per vedere insieme la TV dei ragazzi: Rintintin, Zorro, I ragazzi di padre Tobia; e venne poi il cinema, il fascino mai esausto della sala buia dove sul telo finisce la corsa luminosa di fasci fantastici. I cartoni animati e Pinocchio sempre pronti ad allietare e coordinare le fantasie dai turbini creativi. La scuola fa bene ad assumere innovativi espressioni di crescita partendo da lontano, dai nonni, come Canio, come Luciana ed altri, pronti a spendersi per la crescita emancipata dei loro nipoti.

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