Giuseppe Di Giacomo
In un’epoca in cui l’informazione era veicolata esclusivamente attraverso uno o due canali televisivi, lo spazio dedicato alla politica era limitato. Tuttavia, un significativo cambiamento si verificò nel 1961 con l’arrivo di Ettore Bernabei alla RAI. Ex direttore del quotidiano Il Popolo, Bernabei avviò una riforma che rivoluzionò il panorama informativo, introducendo trasmissioni come Tribuna elettorale e Tribuna politica. La televisione iniziò così a competere con i metodi tradizionali della propaganda politica, trasformando il modo di fare comunicazione.

Nonostante l’avvento della TV, la politica continuava a basarsi prevalentemente sul rapporto diretto con gli elettori. Le piazze erano il cuore pulsante della partecipazione democratica: attraverso i comizi, i leader politici raggiungevano le grandi masse, instaurando un legame immediato e personale. In Basilicata, fino agli anni ‘90, questo modello rimase fondamentale per mantenere viva la connessione tra elettore ed eletto.
Grazie al contributo dell’onorevole Peppino Molinari, che ci offre una preziosa testimonianza attraverso la voce di Antonio Fiscella, possiamo rivivere quei momenti attraverso immagini d’epoca. Questi frammenti documentano una politica che, allora, era parte integrante della vita quotidiana, favorendo non solo l’informazione, ma anche la costruzione di relazioni di amicizia, solidarietà e impegno condiviso.

Le piazze lucane, da sempre teatro di incontri e dibattiti, rappresentavano un’occasione unica per i cittadini di confrontarsi con le istituzioni e con i loro rappresentanti. Questo rapporto diretto permetteva alle aree più periferiche di sentirsi connesse con il resto del Paese, alimentando un dialogo autentico tra il popolo e i propri eletti.
Nel tempo, il mutare dei mezzi di comunicazione ha modificato profondamente le dinamiche della partecipazione politica. Tuttavia, guardare a questi frammenti di storia ci ricorda l’importanza di quel legame umano e diretto, una tradizione che ha plasmato l’identità democratica del nostro Paese e che resta un patrimonio prezioso da non dimenticare.