Bruno Fittipaldi
Un paese vive quando la sua economia gira all’interno del proprio territorio, quando i cittadini lavorano, spendono e investono nel proprio paese. Ma chi lo amministra ha il dovere di far funzionare questo meccanismo, non di bloccarlo. Invece, con l’aumento esponenziale delle tasse, Francavilla sta andando nella direzione opposta: si soffoca il commercio, si spingono i cittadini a cercare altrove ciò che dovrebbero trovare qui. Ho sempre detto che un paese senza attività commerciali è un paese destinato a morire. Senza un tessuto economico vivo, senza chi produce ricchezza sul territorio, il Comune stesso perderebbe la sua ragion d’essere.

Eppure, cosa vediamo? Scelte amministrative sbagliate, errori macroscopici che pesano sulle spalle di tutti. E non è solo questione di incompetenza, ma di una mentalità chiusa, ancorata agli equilibri politici anziché ai bisogni reali delle persone. Non servono le festicciole da bar, non servono le divisioni tra chi è di destra e chi è di sinistra. Serve un’amministrazione che guardi al bene comune con onestà e responsabilità.
A tutto questo si aggiunge un problema ancora più grave e di cui si parla da tempo: lo spopolamento. Francavilla si sta svuotando. I nostri giovani sono costretti a lasciare la propria terra perché qui non ci sono opportunità, non ci sono risorse per costruire un futuro. Alcuni se ne vanno per scelta, ma la maggior parte è costretta a farlo per necessità. Questo non è normale. Un paese dovrebbe offrire ai suoi giovani una possibilità, un motivo per restare. E invece, cosa fa chi amministra? Nulla. Non ci sono incentivi per investire, non ci sono politiche per creare occupazione, non si pensa a un ritorno alle origini, a un futuro per Francavilla.

Purtroppo, in questo paese c’è ancora troppa paura. C’è chi si lamenta sottovoce, chi sa cosa sta succedendo ma preferisce tacere per paura di ritorsioni, chi accetta l’attuale amministrazione perché legato da parentele, favori o dipendenze lavorative. Ma fino a quando continueremo ad avere paura di dire la verità? Fino a quando resteremo spettatori della rovina del nostro paese?
Non si può amministrare un paese ignorando la vita sociale ed economica della comunità. Noi commercianti stiamo soffrendo, i cittadini stanno soffrendo, i giovani stanno andando via. È ora di dire basta. È ora di pretendere un’amministrazione che lavori davvero per il bene di Francavilla, senza scuse, senza giochi di potere, senza paura.