San Severino Lucano, presentazione del progetto “ANITA” di Differenza Donna

Lo scorso Venerdì 24 Ottobre 2025, a San Severino Lucano presso la Sala del Centro Visite, si è svolta la presentazione del Progetto “ANITA”, un’iniziativa territoriale contro la violenza maschile sulle donne, dedicata alla prevenzione, sensibilizzazione e supporto. Presente il Consigliere Comunale, Giuseppe Mitidieri, che ha fatto gli onori di casa, rappresentando l’Amministrazione Comunale.

Ha introdotto la serata, con i dati sul femminicidio in Italia, che crescono in modo allarmante di anno in anno, e vedono come protagonisti, la maggior parte delle volte, compagni, mariti. Visibilmente commosso, ha poi ricordato le due concittadine, Maria Adalgisa Nicolai ed Antonietta Ciancio, vittime di uomini violenti che hanno posto fine alle loro esistenze. Successivamente, ha parlato la Dott.ssa Giorgia Maria Simonetti, di S. Severino, Psicologa presso il Comune, ed ha evidenziato come l’aiuto debba essere dato a tutti, senza fare distinzioni di etnie. L’inclusione innanzi tutto. Il problema più grave, a suo dire, il fatto che i percorsi intrapresi per tutelare alcune donne, non siano stati tutti portati a termine. Molte volte, per paura, si rinuncia ad andare avanti, a denunciare, come precisato anche dalla Dott.ssa Valentina Gasaro, avvocato per Differenza Donna, che rappresenta legalmente tutti coloro che chiedono supporto a questa Associazione. Ci informa inoltre, che il patrocinio legale è gratuito per tutte le vittime di violenza. La Dott.ssa Caterina Cerbino, Coordinatrice dell’Ufficio di Piano dell’Ambito Territoriale, Lagonegrese Pollino, ha spiegato ai presenti, che in Basilicata ci sono 9 ambiti. Un ambito socio territoriale (ATS), è individuato dalla Regione, ed è un’aggregazione di comuni, creata per pianificare, coordinare e gestire in modo associato, i servizi sociali a livello locale.

Di questi 9, quello Lagonegrese Pollino è quello più grande e più esteso. L’ Uffico di Piano, predispone tutta la progettualità dell’ Ambito. Le attività, riguardano il coordinamento ed indirizzo degli interventi sociali. Grazie al lavoro dell’Associazione Differenza Donna, è nato il ”Progetto ANITA”, con la co-progettazione degli interventi di contrasto alla violenza di genere dell’Ambito socio-territoriale Lagonegrese Pollino. Finanziato dalla Regione Basilicata, offre alle donne, un’accoglienza professionale e personalizzata, valorizzando le risorse di ciascuna, in sinergia con i servizi del territorio. Fare rete è la parola d’ordine. A parlarne al pubblico, è stata la Dott.ssa Caterina Pafundi in qualità di responsabile di tale progetto. “ANITA”, prevede la gestione dello Sportello di ascolto antiviolenza a Lauria che offre un supporto multidisciplinare alle donne vittime di violenza e ai loro figli, aiutandole a ricostruire la propria vita in autonomia. Un’ équipe di operatrici, formate e specializzate nell’accompagnare donne in percorsi di fuoriuscita dalla violenza in un’ottica di genere, gestisce le fasi necessaire. Tra gli interventi posti in essere, la prevenzione, sensibilizzazione e informazione sul contrasto alla violenza di genere.

La collaborazione quotidiana con le realtà del territorio, permette di sviluppare interventi mirati, con l’obiettivo di costruire una società più giusta e inclusiva. Per questo, fondamentale è l’attività di prevenzione nelle scuole, con gruppi giovanili e sportivi, organizzando eventi pubblici di sensibilizzazione lavorando per rafforzare la rete territoriale del contrasto alla violenza maschile contro le donne. La Dott.ssa Antonella Carlucci, Assistente Sociale al Comune di S. Severino Lucano, ha parlato della sua esperienza e di quanto il pregiudizio sulla figura professionale di Assistente Sociale, creato ad hoc, per impedire che le donne vittime di violenza chiedano aiuto, pesi ancora oggi negli interventi. Chi opera in tali contesti, è ritenuto responsabile dell’allontanamento dei figli dalle madri. Tutto ciò è falso, come ampiamente ribadito anche dalla Dott.ssa Cerbino. Se ciò dovesse accadere, vuol dire che mancano le condizioni essenziali e necessarie per il benessere psico-fisico dei minori. Perciò è davvero una misura da adottare, per fortuna, in pochi casi, solo dopo aver provato diverse soluzioni e dopo il loro esito negativo. Al termine dell’incontro, sono state lette delle poesie sul femminicidio a cura dell’Associazione Culturale Myosotis, ed un ex assistente sociale, Giovanni Palermo, ha proposto l’analisi storica della figura femminile, da sempre vista negativamente, senza riconoscerle il giusto merito, in quanto “portatrice di vita”.

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