2026 – Alla propaganda di Latronico si risponda con l’alternativa alla destra

Ho letto nei giorni scorsi condivisibili considerazioni di Piero Lacorazza sulla propaganda dell’assessore Latronico sulla sanità lucana. La destra qui in Basilicata fa il paio con quella nazionale della Meloni e dei suoi compari di governo. Parla di una sanità non corrispondente a quella reale.

L’assessore Latronico parla di una realtà che fa a pugni con le proteste dei cittadini che non riescono a curarsi perché soggetti a liste d’attesa infinite, con disservizi sanitari territoriali denunciati da intere comunità, visite negate per la mancanza di specialisti trasferiti, pensionati, non sostituiti, proteste di tantissimi operatori sanitari costretti a turni massacranti per l’assenza di risorse umane.

Restiamo sempre in attesa di un Piano Sanitario Regionale che fa fatica a vedere la luce e che viene anticipato da Atti Aziendali adottati da qualche Direttore Generale scaduto e prorogato come Commissario e che mettono in dubbio la permanenza autonoma di Unità Operative Complesse di ospedali come quello di Melfi.

Nel frattempo, anche ottimi interventi su pazienti che salutiamo positivamente e che dovrebbero rappresentare la norma e non l’eccezione per un ospedale di secondo livello come il “San Carlo” di Potenza, diventano strumento di propaganda mirata, su giornali, TV, social. Polvere negli occhi per nascondere le difficoltà esistenti e le denunce continue anche dei sindacali.

E’ proprio quest’azione forzatamente propagandistica dell’assessore regionale alla sanità che mi induce ad esplicitare un pensiero, una riflessione politica.

Ospedale S. Carlo Potenza

Cosimo Latronico, al di là dei ritardi e dei problemi veri della sanità lucana pubblica e convenzionata, sta giocando una sua partita politica all’interno di Fratelli d’Italia e della destra lucana, quella della sostituzione del Presidente Bardi alle prossime elezioni regionali.

Non è detto che la presente legislatura regionale giunga fino alla scadenza del mandato. Sono sotto gli occhi di tutti i limiti politici, programmatici e di governo di Bardi e dell’attuale giunta regionale. Ne sanno qualcosa, appunto, i cittadini che hanno bisogno di cure negate.

Lo gridano forte i lavoratori cacciati dal processo produttivo nell’area industriale di San Nicola di Melfi e ai quali il Vescovo Fanelli ha portato solidarietà attiva celebrando messa con loro alla vigilia di Natale. Lo vivono quanti costretti a lavorare (si fa per dire) in nero e devono accontentarsi di pochi euro ad ora, senza protestare. Lo dimostrano i giovani che cercano futuro lasciando i nostri comuni, in cerca di lavoro e di studio fuori regione (è quanto ho fatto anch’io nel 1970).

All’interno della destra lucana, al di là della “unità finta” che cercano di trasmettere, c’è una lotta tra loro, sia di potere e sia di insoddisfazione per i risultati non raggiunti e per scelte discutibili approvate. Reggeranno fino alla fine dei 5 anni di mandato? Io credo di no. Sono convinto che le elezioni politiche del 2027 saranno l’occasione per “premiare” Bardi e rimuoverlo anticipatamente da Presidente della Regione, assicurandogli un seggio in Parlamento.

Per questo penso che la propaganda ingannevole sulla sanità (così come quella sui bonus gas e acqua) di Cosimo Latronico sia voluta, studiata, orientata alla sostituzione di Bardi. È fantapolitica la mia? Forse. Ai dirigenti del centro sinistra la valutazione.

Un consiglio, però, mi sento di dare e di scrivere pubblicamente alle forze progressiste, riformiste, moderate, antifasciste: si costruisca subito l’alternativa alla destra. Lo si faccia discutendo di merito, di programmi, di forme di governo, di partecipazione coinvolgente dei cittadini e delle forze sociali e del volontariato, della cultura e dell’associazionismo. Non si attenda l’ultimo minuto, discutendo tra pochi intimi e addetti ai lavori, interessati soltanto al “comandante” e non al popolo del centrosinistra che è per davvero assai ampio.

Abbiamo bisogno di rimotivarlo al voto, di ponti di dialogo, di visioni che uniscono, di progetti comuni, per il quotidiano da realizzare e per quelli di grande prospettiva da disegnare, mettendo insieme sogni e realtà.

E senza veti ingiustificati, utili solo a salvaguardare pochi interessi ristretti.

Soprattutto, ed insisto, imparando dagli errori commessi in passato (in Basilicata e a livello romano) da tutti, per farne tesoro e costruire la “nuova Primavera lucana”, uno stimolo per i delusi del centrosinistra a ritornare a credere nella possibilità di contribuire a cambiare le sorti della Basilicata, anche attraverso il voto democratico.

Sono tra i tanti che, pur con storie politiche e sensibilità culturali diverse, hanno sottoscritto un appello all’area ampia del mondo democratico e progressista lucano, a ragionare, a muoversi, a non aspettare passivamente.

ospedale Lagonegro

Non vogliamo sostituirci a partiti, movimenti, associazioni, forze sociali.

Al contrario, il nostro è un seme di fiducia, è l’invito ad agire, ascoltare, raccogliere il grido d’allarme delle nostre popolazioni per la difesa del lavoro, del diritto alla salute e ad una sanità pubblica funzionante, per il rilancio del ruolo attivo dei settori produttivi in agricoltura, artigianato, commercio, turismo, per l’uso delle risorse idriche, per un protagonismo vero dei Comuni e dei loro amministratori.

E’ un appello a comprendere che nessuna forza politica democratica, moderata, riformista e progressista, è autosufficiente per il cambiamento.

Servono dialogo, unità, apertura a quanti, pur sfiduciati o lontani dai partiti, sono pronti a fare la propria parte per stoppare una destra dai risultati negativi e pericolosi.

E’ l’auspicio che prevalga la Politica, come diceva Antonio Luongo, e non l’orticello personale o di gruppo; il Noi e non l’egoismo di chi non riesce o non vuole vedere ed andare lontano.

L’alternativa alla destra ha bisogno di allargarsi, di unirsi. Non per un’ammucchiata indistinta solo per vincere le elezioni regionali, bensì un progetto politico – programmatico in grado di rispondere ai bisogni dei lucani che resistono, per una Basilicata produttiva e non destinata a scomparire.

È un percorso lungo, scivoloso, pieno di ostacoli e di insidie, da realizzare con pazienza, tanta fatica e soprattutto con la passione politica e civile.

Sogni, speranza, fiducia, futuro, sono possibili. Sia il 2026 l’anno dell’alternativa alla destra. Io ci credo.

Buon Anno.

Melfi, 29 dicembre 2025

Peppino Brescia

Ex parlamentare e già sindaco di Melfi

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