Vincenzo De Paola
Niente da fare, l’uscita da questa crisi non si trova.
Gli ultimi dati confermano che il punto più basso è stato (forse) raggiunto, ma di risalita neanche a parlarne.
Pil inchiodato a 0 o poco più, disoccupazione oltre il 12%, inflazione ormai inesistente.
Un quadro da film dell’orrore.
Si spera in qualche benefico effetto del bonus 80 €, ma fino a quando non sarà chiaro se si tratta di bonus o di riduzione permanente del prelievo fiscale, i beneficiari potrebbero decidere di tenere in tasca i soldini in più.
Ma perché questa crisi non passa più?
Dal 2008, imprese e famiglie (due dei tre attori dell’economia, il terzo è il governo) si sono concentrate nella ri-costituzione del patrimonio (è normale, durante le crisi aumenta la paura).
In altre parole hanno iniziato a risparmiare, riducendo i consumi (le famiglie) e gli investimenti (le imprese).
Pertanto anche se la Banca Centrale ha ridotto i tassi, fino ad azzerarli, i due attori non ne hanno voluto approfittare.
Semplicemente, non sono interessati.
È come offrire un ottimo Sassicaia ad un astemio!
E il terzo attore?
Anche il terzo attore ha cercato di risparmiare.
Quindi, chi ha speso?
Nessuno.
Perché, allora, ci si meraviglia per la caduta dei consumi e degli investimenti e, soprattutto, per la deflazione?
La deflazione è sempre un bel guaio, nel nostro caso è un guaio doppio.
Primo perché le famiglie non comprano in attesa che i prezzi calino; i prezzi iniziano a calare, ma le famiglie continuano a rinviare gli acquisti in previsione di un ulteriore calo e avanti così; secondo perché il governo vede crescere il valore del suo debito senza fare ulteriori debiti.
È un pericolosissimo circolo vizioso.
I giapponesi ne sanno qualcosa.
In questa situazione la politica monetaria tradizionale che riduce i tassi di interesse è inutile.
E’ stata inutile in Giappone dagli anni ’90 fino al 2013, è stata inutile negli USA, ed è stata inutile negli ultimi sei anni in Europa e in Italia.
Probabilmente risulterà inutile anche l’ultima manovra della BCE, perché la creazione di moneta è destinata a famiglie e imprese, proprio coloro che soldi in prestito oggi non ne vogliono.
Che fare?
Poiché i due attori principali, famiglie e imprese, sono frenati dalla necessità di ricostituire le riserve e dal timore di una crisi persistente, il terzo attore dovrebbe intervenire per smuovere le acque.
Invece, in questi anni il terzo attore è stato obbligato da altri a seguire gli stessi comportamenti di famiglie e imprese.
Non stiamo vivendo la prima crisi economica del dopoguerra, ce ne sono state altre, tante, ma il terzo attore dell’epoca le ha gestite, perché poteva, con la dovuta elasticità (svalutazioni e spesa pubblica).
Oggi, purtroppo, il terzo attore ha le armi spuntate o le mani legate perché non può svalutare e non può spendere.
E così passiamo da un capodanno all’altro, da un terzo attore all’altro nell’attesa di un Salvatore che moltiplichi pani e pesci.
Nessuna illusione, oggi in Italia pani e pesci non si possono moltiplicare.
È assolutamente vietato da un Trattato Europeo!