Antonio Fortunato
I festeggiamenti in onore dei Santi di Francavilla sul Sinni si sono conclusi e, dopo aver letto i ricordi di De Minco che sono un saggio di sociologia della nostra comunità degli anni ‘ 30-’50, possiamo confrontare la realtà d’allora e quella di oggi in materia di fede.
Le immagini dei Santi vengono distribuite dal comitato feste quando i fedeli fanno le offerte. Non si usano più gli abitini perché, secondo me, il rapporto con la fede è cambiato dato le mutate condizioni economico-socio-culturali.
Nei covi dei capi mafiosi, della camorra e della ndrangheta si trovano la Bibbia e altarini con le immagini sacre a cui questi uomini sono particolarmente devoti. E’ un comportamento irriverente e riprovevole. Questi capi pensano di avere fede cosi facendo e invocano l’aiuto del Signore. Ma come dice l’apostolo Giacomo (2:14-17-22)”Di che beneficio è, fratelli miei, se uno dice che ha fede ma non ha opere?” – “Così anche la fede, se non ha opere, è in se stessa morta” – “Vedi che la sua fede operava insieme alle opere e che mediante le sue opere la sua fede fu perfezionata”.
Quindi i mafiosi dovrebbero pentirsi, come li esorta Papa Francesco, e fare opere di bene.
Da un po’ di tempo a questa parte nei nostri paesi assistiamo a una diffusione di statuine di Santi e Madonne nei giardini di casa di fedeli cattolici. Sicuramente sostituiscono le immagini nelle abitazioni. Anche le Amministrazioni Comunali concedono suolo pubblico per erigere immagini di culto cattolico. Infatti in molti piccoli centri abitati ne troviamo nelle piazze principali e agli angoli delle strade. Diamo per buona anche l’intenzione della manifestazione della fede, ma fatemi dire che è una captatio benevolentiae nei confronti del mondo cattolico. Ma nel Vangelo di Matteo non è forse detto: “E quando pregate, non dovete essere come gli ipocriti, perché a loro piace pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle ampie vie per essere visti dagli uomini”?
E sempre a proposito di fede, c’è veramente qualche cosa di rivoluzionario che agita l’animo dei cattolici nelle parole del Papa a proposito delle apparizioni di Medjogorje: “Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente più.”
Ne vedremo ancora in merito alla fede e alle cose con cui ognuno di noi è cresciuto nella propria famiglia con la mentalità descritta proprio dal De Minco: il nostro retaggio che è duro a morire.