Ernesto Calluori
L’occasione è troppo ghiotta per non riprendere il tema. Con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e della Commissione Nazionale per l’UNESCO, sono stati premiati venerdì 22 gennaio 2016, nella splendida cornice della sala Protomoteca in Campidoglio, i vincitori della Terza edizione del premio nazionale “Salva la tua lingua locale”. Il concorso nazionale ha visto la partecipazione di oltre 200 Autori per 500 opere prodotte, selezionate da una giurìa composta da autorevoli linguisti, presieduta dal Presidente onorario Prof. Tullio De Mauro. Il Presidente Nazionale dell’Unione Pro Loco, Claudio Nardocci ha dichiarato: “mentre nel mondo emergono conflitti di ogni tipo, incrementano le azioni culturali. Sono queste, infatti, le motivazioni che hanno spinto ad organizzare la Giornata Nazionale del Dialetto e il Premio Salva la tua lingua locale che si attesta come vero strumento di promozione delle identità e tradizioni locali”. Un evento, volto a sostenere il patrimonio linguistico dialettale del Paese, una occasione per sensibilizzare i Comuni Italiani, il mondo della Scuola e valorizzare il dialetto locale che rappresenta un valore, una ricchezza. L’iniziativa era tesa nella prospettiva di contribuire a superare, per mezzo della cultura e della poesia, una visione distorta dell’identità

individuale e collettiva che taluni conservano nel loro immaginario. Dopo i saluti di rito, si è entrati nel vivo della premiazione con la finalista Agnese Monaldi con il libro “ Le mie radici” e altri con il proprio testo come fruitori o autori. In qualità di partecipante, ho con un volo di fantasia,voluto unire ai vincitori del Premio, gli amici di sempre – meritevoli ugualmente – che in silenzio ma con efficacia coltivano la cultura del dialetto. Tra questi, ho annoverato Luigino Viceconte con il suo encomiabile “Dizionario dialettale di Francavilla sul Sinni” la cui introduzione a cura del Prof. Ferdinando Mirizzi “le lingue e i dialetti sono portatori di cultura e di saperi e, in quanto tali, rivelatori di concezioni del mondo e della vita” racchiudono la portata del certosino lavoro svolto dall’Autore.
Antonio De Minco : Il linguaggio. Il dialetto. Contrapposto alla lingua ufficiale è manifestazione abituale e rituale, con la prefazione di Antonio Fortunato che di sovente rispolvera e ripropone ricordi e tematiche di vario genere del De Minco. Infine, ma non ultimo, Filippo Di Giacomo, la cui narrazione dialettale ripercorre la vita quotidiana del paese contadino, ormai scomparsa, con novelle molto divertenti con venature malinconiche che raccontano le speranze e riecheggiano il modo di parlare dei nostri progenitori. Il Dialetto – secondo il Prof. Ugo Vignuzzi, Ordinario di Dialettologia dell’Università La Sapienza di Roma – rimane la lingua di comunicazione primaria e identitaria che serve a parlare di cose di tutti i giorni.