Silvio Guindani

Con immenso piacere siamo tornati in Basilicata dalla Svizzera più di trent’ anni dopo il nostro soggiorno al servizio dell’Agenzia di Consulenza Tecnica per la creazione del Parco del Pollino. Lasciammo molti amici e colleghi : Giorgio, Lucio, Nino, Leonardo, Mango, Zullo, Capuano, Vincenzo, Pina, Maria, Angelina e tanti altri ancora che, in parte, abbiamo ritrovato durante la nostra permanenza nel mese di giugno di quest’anno. Due persone sono purtroppo mancate all’appuntamento ; l’amico di sempre Prospero Mango e Vincenzullo, ambedue di Francavilla, il nostro villaggio di adozione.
Agli inizi degli anni ottanta, il nostro lavoro fu quello d’informare e di sensibilizzare i sindaci, gli assessori, gli insegnanti, i responsabili associativi e la popolazione in generale sul progetto del Parco ed in particolare su un tipo di sviluppo rispettoso dell’ambiente e delle particolarità economiche e socio-culturali del territorio. Uno sviluppo che si voleva « a misura d’uomo », controllato e gestito dalle popolazioni locali.
Tornati, questa volta da « turisti » per ritrovare gli amici ma anche per vedere le realizzazioni del Parco come l’eco-museo di Rotonda che abbiamo trovato magnifico, i rifugi montani, la segnaletica, i pannelli informativi, i numerosi sentieri … e per parlarne con gli ex colleghi dell’Agenzia tecnica, Giorgio e Lucio che ancora si impegnano per lo sviluppo del comprensorio.
Fu per l’appunto Giorgio Braschi che ci presentò Don Camillo Perrone, persona squisita, il quale ci dette in omaggio due copie del suo interessantissimo libro su San Severino Lucano.

Si tratta di un volume di quasi 400 pagine, documentatissimo, ricco di ottime immagini del territorio, di avvenimenti, di persone. Foto d’epoca, documenti storici e bellissime rappresentazioni del paesaggio, della regione del Pollino in particolare. La struttura e la paginazione del volume è ineccepibile anche grazie all’apporto di Braschi che, ha detta di Don Camillo, a grandemente contribuito alla realizzazione dell’opera.
Una vera panoramica di San Severino sotto tutti gli aspetti, fisico-politica per incominciare, comprendente pure il « carattere » dei sanseverinesi, «… lavoratori assidui e tenaci … che si distinguono per il senso del dovere, per il carattere semplice, pacifico, fiero e intraprendente, per l’attaccamento alla famiglia, il culto della religione, della Patria e delle tradizioni, l’amore per gli ideali della democrazia e della libertà … ».
Segue una presentazione di San Severino … in versi … a cura dello stesso Autore. Un testo che testimonia fra l’altro il suo grande attaccamento al paese : « … t’amo sempre caro borgo natio, che fra pittoresche balze montane, leggiadro t’elevi e pur solatio infra recondite plaghe lucane … ».
I numerosi capitoli seguenti trattano la storia con un’analisi dettagliata delle vicende e dei personaggi del luogo. Le vicende vanno dalla dominazione spagnola al secondo dopoguerra passando dalle sommosse popolari, al risorgimento, al brigantaggio che ha caratterizzato tutta la zona, all’emigrazione transoceanica e alle due guerre mondiali. I personaggi della storia sanseverinese sono numerosi : i Principi Sanseverino di Bisignano, il Beato Giovanni da Caramola del Monastero del Sagittario, il giureconsulto Giuseppe Bruni, il Capitano Gennaro Jannarelli.
Don Camillo si sofferma volentieri sugli aspetti linguistici, etnografici, e antropologici della popolazione del suo comune con un capitolo sul dialetto nostrano, le sue origini ed alcuni esempi significativi : « Capidrr’e guai nun mancan’mai » (capelli e guai non mancan mai) ; « I guai da pignata i sapad’a cucchiara » (I guai della pentola li sa bene il mestolo).

Un’altro interessante capitolo tratta il folklore locale e le sue principali feste sull’arco dell’anno, il ciclo della vita umana, la cucina famigliare con un’interessante statistica sui consumi alimentari, la festa del maiale detta da noi « mazza casalinga ». Ritroviamo pure uno scritto sui funerali di ieri e di oggi e sui pregiudizi del popolo con l’esempio del « U gravantulu », spirito maligno che prende dimora nelle persone e si manifesta di notte ma che è semplicemente un fenomeno dovuto alla cattiva digestione.
Don Camillo si sofferma pure sulle numerose caratteristiche del territorio: la catena del Pollino, il fiume Sinni, la flora e la fauna dell’agro sanseverinese, le frazioni del comune, il clima, i disboscamenti e frane, il turismo. Secondo l’Autore, quest’aspetto non è da sottovalutare, le prospettive possono essere interessanti ma occorre tanto impegno : « Il giorno che un vistoso cartello attrarrà sulla littoranea jonica l’attenzione dell’automobilista quale : ‘visitate San Severino lucano, la perla del Pollino’ vorrà dire che è stata imboccata la via giusta e che l’avvenire e la sopravvivenza di San Severino è stata assicurata ». L’avvenire turistico di San Severino è dunque indissociabile dall’esistenza del Parco.
Altre prospettive economiche per San Severino sono legate all’allevamento del bestiame. I problemi che caratterizzano questa attività sono quelli « dell’avarizia della terra », dell’eccessiva parcellizzazione della proprietà, dell’esodo delle campagne e della montagna in generale. Una soluzione sarebbe quella di creare un Ente Comunale per lo Sviluppo Zootecnico con il compito di indicare, dirigere e controllare gli interveni governativi siano essi del settore agrario che zootecnico. Una forma di ente per la consulenza e l’informazione nell’ambito del settore agro-pastorale.
In conclusione diremo che il volume di Don Camillo Perrone non è solo un approccio descrittivo di tipo monografico ; l’Autore prende per mano il lettore e l’accompagna nella realtà del territorio facendogli capire la sua ricchezza, la sua complessità e le sue prospettive di sviluppo. In definitiva si tratta di un’ottima analisi storica, socio-economica e culturale.
La lettura del libro di Don Camillo a risvegliato in noi tanti ricordi e ci ha immerso di nuovo in quell’ atmosfera tutta particolare del Mezzogiorno, dei paesi facenti capo al massiccio del Pollino.
Grazie Don Camillo per questo prezioso regalo. Viva San Severino Lucano, Francavilla in Sinni e tutta la zona del Parco. Torneremo presto.
Silvio Guindani
Losanna, luglio 2016
*) Editrice « il Coscile », Castrovillari, dicembre 2006.