Filippo Di Giacomo
Sono naturalmente e incorreggibilmente un inguaribile ottimista. Luigi, il mio amico inseparabile, invece, è un irrecuperabile pessimista. Capita spesso così di addentrarci in discussioni astratte senza mai trovare un punto d’incontro. Eppure siamo amici fraterni, andiamo perfino in vacanza insieme!
L’altra sera, sul terrazzo di uno splendido hotel di Positano ci siamo imbarcati in una delle nostre solite diatribe senza fine, ognuno sostenendo con fervore il suo punto di vista sul più e sul meno.
La discussione dev’essere apparsa interessante ad un signore solitario, dall’aria trasognata che stava sorseggiando una limonata ghiacciata al suo tavolo, ma con l’orecchio teso al nostro. Ogni tanto ci lanciava uno sguardo furtivo, accennando un sorriso, come volesse stemperare il calore del discorso.
Tentativi vani, perché, come al solito, nessuno di noi due dava segni di resa. Il signore allora s’è alzato ed è venuto al nostro tavolo. Con fare garbato ci ha chiesto se poteva dare il suo contributo alla soluzione del problema. «Certo, si segga, prego.» Gli abbiamo risposto d’impeto. «Lei ci fa una cortesia. Per la nostra controversia ci vuole un terzo, qualcuno che sia equidistante dalle nostre posizioni. Ci dica.»
«Se non ho frainteso» – ha esordito il signore- «voi state discutendo del trito ritornello del bicchiere mezzo vuoto, o mezzo pieno, come dir si voglia. É una querelle vecchia come il mondo, simile a quella che s’interroga se sia nato prima l’uovo o la gallina, mi pare. Per aiutarvi a trovare la soluzione faremo un semplice giochetto. Prendete un bicchiere vuoto, di vetro, mi raccomando, e posatelo sul tavolo.» Dopo qualche istante di pausa ha ripreso: «Certamente siete a conoscenza del delitto Bolghetti di cui tanto si parla. Senza proferire parola, ora fatemi capire, soltanto versando o meno l’acqua fino a metà del bicchiere, chi di voi due è innocentista e chi colpevolista.»
«Facile» Ho pensato. «Io sono innocentista: per farglielo capire lascio vuoto il bicchiere».
Luigi, invece, con un sorriso beffardo ha versato l’acqua fino a metà.
«Bene, bene!» Ha esclamato il signore «Siete proprio bravi!..Ora ditemi: .Chi di voi è l’ottimista?:
«Io, io vedo il bicchiere sempre mezzo pieno!»
«Ah,sì?..» Obietta il signore. «E, allora, perché questa volta l’ha lasciato vuoto?
«Per farLe capire che sono innocentista. » Ho ribattuto.
«E lei?..Lei che è pessimista, perché ha versato l’acqua nel bicchiere? »
Ha chiesto a Luigi.
«Beh… per farLe intendere che sono colpevolista.»
«Uhm!…Logico nella sostanza; incoerente nella forma. Come vedete, le parti si sono invertite: l’ottimista, come si evince dal bicchiere riempito a metà, appare pessimista; il pessimista, di contro, appare ottimista, e questo crea confusione e dubbi nella gente. La conclusione? …La vita è tutta una contraddizione che oscilla continuamente tra l’essere e l’apparire! »
Afferma, serafico, il signore esperto di problem solving, accarezzandosi lentamente la lunga barba.
(micro racconto)
fildigiacomo©luglio2017
Mi intrometto, con cortesia, nella Vostra simpatica discussione anche se non ho la barba.
Un bicchiere “vuoto”, riempito a metà di acqua è, senz’altro, mezzo pieno. Infatti, nel fare l’atto di riempirlo mi sono fermato a metà. L’ho riempito per metà.
Perché sia mezzo vuoto, si deve fare il contrario; cioè, prendo un bicchiere “pieno” di acqua, lo svuoto e mi fermo a metà. L’ho svuotato per metà.
Nel primo caso tendo a vedere riempirsi (aumentare) il bicchiere e, quindi, mi predispongo in positivo. Nel secondo, invece, tendo a vedere il bicchiere che si svuota (diminuire) e quindi mi predispongo in negativo.
Morale : bisogna sempre tener conto da dove si parte. Anche una discesa vista dal basso sembra sempre una salita.
Grazie e buona vacanza.
ermete nustrini
Concordo con lei. La mia vacanza a Positano purtroppo é solo fittizia. La ringrazio comunque lo stesso e ricambio. Filippo Di Giacomo