Armando Lostaglio
Sono molti i versi, le canzoni, le ballate che la poesia ha dedicato alla Madre, alla sua festa che in maggio ricorda – per i credenti – la Madre di tutti, la Madonna. Pasolini, nella sua Annunciazione, fa dialogare figli, angeli e infine la Madre di Gesù. E poi con Supplica a mia madre tocca l’apoteosi dell’amore filiale: “Non voler morire…” egli invoca.

Il poeta mistico irlandese William B. Yeats commuove nel vedere il viso della madre nascosto in una folla di stelle, “quando sarai vecchia”. Edmondo De Amicis non ambisce neppure al pennello di Raffaello per dipingere sua madre a sessant’anni. Stupenda la sua nota poetica. Il poeta lucano Ernesto Grieco dipinge il ritratto di sua madre con una lirica (in lingua arcaica rionerese) che conduce fino alle lacrime.
Sono infiniti i versi sparsi che affiorano qua e là: quelli che seguono sono di un autore americano poco noto, Jim Moore, che con Amore fra le rovine, indica come in sei versi si possa raccontare in modo semplice la storia, nel candore della famiglia, vite di madri vissute nel percettibile amore.
Ricordo mia madre verso la fine
Quando ripiegava la tovaglia dopo la cena
Cosi delicatamente
Come fosse la bandiera
Di una nazione che non esisteva più
Ma aveva governato il mondo