L’ing. Di Nubila: La Storia dell’AGIP e della Basilicata e la Poesia

Rendere merito alla “Storia” è dovere etico e chi scrive cerca di farlo per rendere testimonianza, anche se con remora di velato disagio, trattandosi del proprio fratello. Ma ritengo che “essere amico della verità è più importante dell’essere amico di Platone!” (Amicus Plato, sed magis amica veritas!) Pur con tale remora, che mi richiama a non essere “indulgente”, desidero ricordare, fra le tante testimonianze, che sono state espresse, l’ing. Felice di Nubila, che ha lasciato la sua vita terrena qualche giorno fa, in Roma.

Felice Di Nubila

Fra i “pionieri”, che accompagnarono Enrico Mattei, sostenitore deciso della strategia dell’energia per lo sviluppo dell’Italia negli anni ’50, nella “nascita” dell’AGIP, l’ing. Di Nubila ha percorso numerosi livelli di responsabilità fino a pervenire nel 1983 a Presidente dell’AGIP Raffinazione. Tale conferimento ha fatto seguito a vari incarichi di responsabilità nel tempo: già nel 1957Responsabile della Pianificazione organizzativa dei trasporti e della distribuzione dei prodotti petroliferi”; quindi “Responsabile del Servizio Depositi e Movimentazione”; ”Direttore del Personale e della Organizzazione”; nel 1981 Amministratore Delegato dell’’Agip Petroli e della SAMIMCapo Settore della Minero-Metallurgia dell’ENI, con incarichi nei Consigli di Amministrazione in varie Società collegate (Sameton, Solmine, Scaini, Semi, Indeni);Capo Settore del comparto petrolifero della commercializzazione e della raffinazione dell’ENI, ampliato con la confluenza di ex BP, ex Sarom, ex Shell, ex Stanic, ed altri comparti industriali; Presidente della PETRA, Società mista Italo-Rumena, preposta alla gestione di impianti petroliferi nell’Alto Adriatico; Consulente ed Amministratore di Società private e Pubbliche Amministrazioni. Sostenitore e partecipe di progetti di sviluppo e di iniziative culturali in Associazioni di volontariato solidaristico per la Cooperazione Internazionale nei Paesi del terzo mondo. All’esercizio di tante, e così importanti, responsabilità di carattere manageriale, ha sempre congiunto un rapporto speciale con la sua terra di origine, la Basilicata, ed in particolare con il suo Comune di origine, Francavilla sul Sinni, non disdegnando di essere al servizio di quella comunità, quale Amministratore Comunale. Il servizio “agli altri” era una sua motivazione civile e culturale ed il forte interesse culturale lo stimolava per approfondimenti della Storia della Basilicata, nella Storia del Mezzogiorno, che hanno accompagnato la sua attività manageriale.

Felice Di Nubila

La ricerca storica si è concretizzata in due volumi, pubblicati, quali “La Basilicata nel crocevia della Storia” e “I Lucani della Basilicata verso la Modernità tra persistenze e innovazioni”. Di tale impegno piace riportare giudizi di “esperti storici”,quali il Prof. Antonio Giganti, secondo il quale

“la ricerca condotta di Di Nubila non parte con lo scopo di frammentare la grande storia nazionale e meridionale, né intende ridursi ad una narrazione di vicende locali, per recuperare gloria di provincia. In una sintesi di ampio rilievo l’autore si muove nella prospettiva di una connotazione storica di fine tratteggio…” “La ricerca dell’ing. Di Nubila – ha scritto il prof. Antonio Lerra -ha collocato elementi caratterizzanti locali in più larghi contesti storico-sociali regionali, tratteggiati in una dimensione di lungo periodo….in una visione d’insieme tesa a porre in significativo risalto l’attivo ruolo di donne e di uomini della Basilicata lungo la più complessiva processualità storica”….

Le sue “narrazioni” storiche trovano riferimento in personaggi caratterizzanti la storia della Basilicata: Carlo Levi, che “ha portato nel mondo i valori antichi della civiltà contadina”, Leonardo Sinisgalli, che “ha cantato e rievocato a Milano le immaginazioni di questa civiltà nella Valle dell’Agri e le aperture al moderno nell’incontro con la civiltà tecnologica”, Rocco Scotellaro con la rivolta delle donne “capitane di vendetta”, Albino Pierripoeta di una lingua con radici mediterranee – dall’arabo allo spagnolo- riversando nelle molte lingue,in cui è stato tradotto, la poesia del ricordo”, e, quindi, Don Giuseppe De Luca, che “ha dato contributo di rilievo alla cultura ed alla difesa della pace in Europa”.

Felice Di Nubila

Nel tributo memoriale alla Storia e all’Uomo non possiamo ignorare i momenti di intimità con il suo ricco mondo interiore, di ricordi e di affetti nelle sue “raccoltedi poesieBoschi lupi luci silenzi e voci”, che esprimono, come annota Mario Trufelliun rapporto amoroso con la terra di origine, con la famiglia, con gli amici….Felice di Nubila offre un atto di fede, senza chiedere controparte, testimone e, al tempo stesso, protagonista di una storia privata che alla fine si fa pubblica, e ci appartiene e ci commuove”. Caratteristica dell’intenso impegno professionale, importante e proficuo per i risultati e le proiezioni aziendali conseguiti, è stato il costante riguardo all’immenso apparato umano degli operatori dell’AGIP, specie verso le “fasce più basse”, in particolare, che hanno trovato in lui riferimento certo di ascolto, di attenzione, perchè il suo “credo” professionale ed umano era “prima la persona”.

Una

“notazione di completamento: nessuno, quasi, ha mai saputo della onorificenza di Commendatore, conferitagli il 15-3-1994 e a chi gli faceva rilevare tale riserbo, nella sua ritrosia discreta puntualmente rispondeva: Ne sono onorato, ma ritengo di non doverne fare ostentazione”.

L’attività professionale, cesellata da importanti traguardi, la storia, la poesia, la famiglia, l’attenzione, operosa e concreta, verso l’”altro”, specie se più bisognoso, lo stile di vita permeato da profonda religiosità sintetizzano la ricca personalità di chi oggi ci lascia nella tristezza del ricordo e nell’orgoglio di averlo avuto “nostro”!

3 riguardo a “L’ing. Di Nubila: La Storia dell’AGIP e della Basilicata e la Poesia

  1. La mia frequentazione con FELICE, in questi ultimi anni, era diventata assidua e costante da raccogliere infinite testimonianze di vita vissuta. L’ intrattenimento era piacevole su tematiche di ogni genere che affrontavamo e si esaurivano con il passaggio che cadeva su Francavilla. Evocava con dovizia di particolari luoghi e viuzze del dolce paese che portava nel suo cuore con affetto che si coniugavano con un forte senso di appartenenza ben radicata. Simile a un volo d’uccello, mi lasciavo trasportare con la mente in quei posti a me in parte noti rispetto agli altri meno noti affrontati negli anni successivi a causa dei crescenti aumenti della popolazione. Alle testimonianze affettuose espresse su “Francavilla Informa”, a firma di Giuseppe Di Giacomo – Giovanni Fortunato e Mario Di Nubila piace citare il prossimo volume in uscita di Felice DI NUBILA “I LUCANI DELLA BASILICATA Verso la Modernità tra persistenze e innovazioni” in cui ne racconta le pietre, le dimensioni,le direzioni, come un poeta che descrive i riflessi dei capelli della sua amata e le sfumature dei suoi sguardi. Questo libro scritto con la sapienza fine e distillata dell’ antropologo, con la tenacia del testimone e la passione dello scrittore, pieno di spunti di riflessione e colmo di emozioni, andrebbe ampiamente letto e discusso.

  2. Un uomo gentile dotato di profonda sensibilità e passione per l’umano . Il nostro incontro risale agli inizi degli anni 90 quando mi ha affidato la cura del lavoro di fotografo del padre Prospero.Per me una esperienza di notevole interesse che mi ha impegnata come fotografa e come donna ,Non mi ha fatto mai mancare la sua fiducia e il suo riconoscimento per il lavoro che ho elaborato con entusiasmo e forte responsabilità. Mi mancheranno le sue telefonate di confronto e di giudizio sulla nostra storia di lucani di ieri e di oggi con un occhio sempre attento ai cambiamenti sociali e culturali del nostro tempo storico ma anche degli uomini che lo attraversano . Un uomo capace di dare a ciascuno l’attenzione e il merito che si deve ad ogni persona Spero che la sua comunità di Francavilla lo commemori ufficialmente come è doveroso per una persona che si è impegnata tanto per la sua comunità e per i lucani

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